La Confesercenti di Brindisi contro la Confcommercio di Taranto. La guerra dei Roses in atto per un posto al sole nell’ente di Viale Virgilio. Roba da fare invidia alla peggiore politica dei nostri giorni
Non è la Camera dei Lord. Non è una Camera Alta. E neanche Bassa. Non siamo a Montecitorio. Non ci avviciniamo nemmeno per caso a Palazzo Madama. Si tratta, semplicemente, della Camera di Commercio di Taranto e Brindisi. Semplicemente un corno. Sull’ente che nelle prossime settimane dovrebbe eleggere presidente e Consiglio camerale è in atto, da tempo, una sorta di Guerra dei Roses. Vecchie alleanze che si sfaldano. Nuove – e inaspettate – alleanze che si formano. Fughe in avanti; cadute all’indietro. Investiture cicero pro domo sua. Territori che si guardano in cagnesco perché scippati di un’autonomia perduta. Minata da una riforma scritta con i piedi. Pensata da un legislatore distratto. La Confesercenti di Brindisi che lamenta irregolarità procedurali poste in essere dalla Confcommercio di Taranto. La ripartizione dei seggi nel nuovo Consiglio eseguita con numeri vecchi, non più rispondenti alla forza reale espressa dalle diverse associazioni datoriali. Una campagna elettorale da fare invidia alla politica con i suoi meccanismi discutibili. Un guazzabuglio, insomma. Il disordine elevato a sistema istituzionalizzato. Tutti vogliono sedere nella nuova Camera di Commercio di Taranto e Brindisi. Per fare cosa? Per offrire quale contributo? Tratteggiare quale progetto economico e produttivo? I maligni dicono per salvare le proprie aziende che non se la passano granché bene. Cattivi pensieri. Invidie gratuite. Più che in una Camera sembra di stare ad entrare in una cameretta…