Divergenze tra Fiom, Fim e Uilm sul futuro dello stabilimento Leonardo di Grottaglie
Una crescente tensione attraversa le organizzazioni sindacali metalmeccaniche nell’ambito dello stabilimento Leonardo di Grottaglie.
Al centro del dibattito la recente petizione lanciata da lavoratrici e lavoratori del sito intitolata “NON IN MIO NOME, NON COL MIO LAVORO”, che chiede la sospensione delle forniture belliche destinate a Israele, l’interruzione di accordi commerciali e relazioni con soggetti coinvolti nelle operazioni militari e l’orientamento dell’attività verso il settore civile. La Fiom-Cgil ha prontamente sposato questa iniziativa, definendola espressione del malessere fra le maestranze e affermando la necessità che Leonardo investa con forza nel comparto aeronautico civile e scongiurare il fatto che l’azienda operi esclusivamente nel settore del militare.
Tuttavia, dalle altre sigle storiche del comparto emergono posizioni più articolate e critiche nei confronti della petizione e della strategia proposte dalla Fiom.
In un comunicato, UIL e UILM dichiarano la propria solidarietà al popolo di Gaza, denunciando «crimini di guerra» e auspicando che gli accordi di pace in atto siano l’inizio di un cambiamento duraturo. Per quanto concerne l’aspetto legato alle prospettive industriali dello stabilimento, sottolineano le difficoltà strutturali vissute dallo stabilimento nella fase post-pandemica, con calo nei volumi produttivi e ricorso a cassa integrazione, che hanno pesato anche sull’indotto Leonardo. In merito alla direzione futura, non si dicono contrari all’integrazione tra difesa e aeronautica civile: d’altronde, ricordano, lo stesso sito ha vissuto una recente riunificazione dei due business sotto una divisione aeronautica unica.
Per la Fim-Cisl, condannare tutti i conflitti aperti e aderire a iniziative per la pace è doveroso, ma intendono stigmatizzare quella che definiscono una “campagna” verso Leonardo con richieste di riconversione del solo comparto militare come una manifestazione “strumentale”. “Parliamo della stessa organizzazione che insieme a FIM e UILM, ha manifestato e combattuto per chiedere la diversificazione delle attività c/o il sito di Grottaglie; che ha accolto con favore nuove attività presso il sito di Grottaglie, sottoscrivendo accordi unitari in tal senso.”
La Fim Cisl invita pertanto alla coerenza. “Basta decidere da che parte stare e che ruolo si vuole avere. Vi è sempre l’alternativa di abbandonare la nave, se eticamente non convinti, e andare a coltivare tulipani in un campo”.


