Maggioranza e opposizione, destra e sinistra, chi è a favore dell’Ilva e chi no, chi propende per la Palestina e quanti fanno il filo ad Israele. Tutti, ma proprio tutti, figurano all’interno di una stessa chat. Il Consiglio comunale di Taranto diviene un caso di scuola. La via neocatecumenale alla politica locale
E’ lo schema “governo di salute pubblica” realizzato mediante WhatsApp. La messaggistica privata delle convergenze parallele. Che azzera le differenze al Comune di Taranto. Tra sinistra e destra; tra la maggioranza e le opposizioni. Tra quanti sono a favore dell’Ilva e chi, un giorno sì e l’altro pure, chiede ricorsi sull’Autorizzazione Integrata Ambientale. Tra democratici e populisti. Tra chi espone in Aula striscioni di protesta, scimmiottando un Abbate qualsiasi, e chi sceglie il silenzio dorato di certe occasioni. Tra chi è a favore della nascita di uno stato palestinese e chi, pur di non inimicarsi Israele, nega il genocidio in atto in quel fazzoletto mediterraneo.
Una sola chat dove far confluire tutto e il suo contrario: chiamata, con l’originalità che richiede un’operazione del genere, “Consiglio comunale”. Ideata dal presidente della massima assise cittadina: Gianni Liviano. Una sorta di via neocatecumenale alla politica locale. Il sincretismo di chi ricorda certi preti spogliati. In grado di costruire ponti attraversati sempre – e solo – da qualcuno. Pro doma sua.
La politologia internazionale, avvertita dell’esperimento in atto, si è data appuntamento a Taranto. Vuole capire, interrogarsi, scrutare da vicino l’indistinto che avanza. Il vogliamoci bene di chi non si vuole bene affatto. Il Cammino di Santiago senza reliquie all’orizzonte. Per esportarlo altrove. Per porre un argine alle polarizzazioni nefaste. Perché una nuova dottrina politica, direttamente da Taranto, dal suo Consiglio comunale, possa spiccare il volo per altri lidi. E’ sufficiente essere aggiunti al gruppo WhatsApp “Consiglio comunale” di Taranto. Non è difficile. Ci sono già tutti.