Non esiste il Sud per l’Europa cosi come non esiste per l’Italia. La nuova mappa transfrontaliera della rete ferroviaria sta a dimostrarlo. Aveva ragione Marcello Veneziani nel predire per il Mezzogiorno un futuro da grande ospizio? Dalla terra del rimorso a quella del commiato il passo potrebbe diventare breve
Non solo l’Italia. Anche l’Europa si dimentica del Mezzogiorno. Del Sud. Vissuto, ormai, come un inciampo. La terra dei nessuno. Un luogo di frontiera, ma non nel senso attribuito a questo concetto da Franco Cassano. La nuova mappa dei percorsi ferroviari, quella transfrontaliera, recentemente approvata a Bruxelles, si ferma a Roma. Oltre non sa – e non vuole – andare. Milano e Torino – assieme alla città eterna – saranno collegate a Madrid, Parigi e Berlino. Con Frecciarossa veri. E di ultima generazione. Veloci per davvero. Si calcola che potranno sfiorare i 350 km/h. Assai diversi, insomma, da quelli che partono da Taranto quando si ricordano. Frecciarossa per modo di dire. Più rossi (dalla vergogna) che freccia alla fine. La mobilità altrui divine immobilità per noialtri. Poggiati su un binario morto, vediamo scorrere la vita lontano da noi. Il nuovo Piano infrastrutturale determinerà ricavi per i sistemi economici coinvolti, e i relativi territori, pari a 1,8 miliardi di euro. Marcello Veneziani mi disse una volta, a margine della presentazione di un suo libro, che il Sud aveva un futuro nei centri per la residenza degli anziani. Nei vecchi nuovi ospizi. Che noi saremmo diventati sempre più la terra del commiato. Degli addii. Il miglio di strada in grado di congiungerci all’ultima fermata. Bello. Entusiasmante. Un vero colpo di culo, non c’è che dire. Le economie, oggigiorno, amano cololarsi. C’è quella verde cara al verbo ecologista. Quella blu a proprio agio con la sostenibilità. Quella bianca di una sanità che ha perso la propria dimensione pubblica. E la nera, di un Sud maglia nerissima di progetti in grado di saldarsi con l’autostima. “Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero, come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo, perché andare a piedi e’ sfogliare il libro e invece correre e’ guardarne solo la copertina. Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza conquistare come una malinconia le membra, invidiare l’anarchia dolce di chi inventa di momento in momento la strada”. Chissà se Franco Cassano, quando scrisse il suo libro-capolavoro (Il pensiero meridiano), fosse già a conoscenza dei propositi della Commissione Europea? Andare lenti come i nostri Frecciarossa. Lanciati a tutta velocità su binari morti. Proprio come una certa umanità partita dal basso per non giungere neppure allo stadio di idiozia.