Decaro perde. Lobuono perde. In Puglia vince il partito della disaffezione, la coalizione degli astenuti. Capace di conseguire la maggioranza assoluta del consenso disponibile. Questa sinistra, questa destra, confinano nell’irrilevanza della parola quel che resta della partecipazione democratica
Manca giusto una settimana al voto per le Regionali in Puglia. Ma, CosmoPolis, è già in grado di dirvi come andrà a finire. Chi vincerà. Con quali percentuali di voto. Il nome del nuovo presidente. L’elenco completo degli sconfitti. La coalizione che si affermerà è quella dell’astensionismo. Con una vittoria netta, inequivocabile. Capace di conseguire la maggioranza assoluta del consenso tra i pugliesi. Ben oltre il 50% degli aventi diritto. Il dottor Astenuto succederà a Michele Emiliano. In giunta siederanno gli astenuti. La disaffezione si accomoderà tra i banchi della maggioranza nella massima assise regionale. Si darà vita ad un governo monocolore.
Decaro e Lobuono, staccatissimi, dovranno riparare all’opposizione. Entrambi minoranza di una maggioranza altra. Molto più pregnanti i temi confluiti nell’agenda politica dei vittoriosi, rispetto alla campagna elettorale condotta dai perdenti. Dalla sinistra. Dalla destra. I primi hanno parlato d’inverno demografico, di sanità pubblica alla sfacelo, dell’occupazione che latita, del mancato utilizzo dei fondi Pnrr, del disastro dell’Ilva, della mafia foggiana, di politiche industriali inesistenti, di un welfare state tornato indietro di alcuni secoli. Relegato alle prime rivendicazioni socialiste. Gli altri, invece, hanno taciuto pur continuando a parlare. Con la prolissità di concetti vuoti, di ragionamenti stereotipati, non hanno recuperato un solo elettore della coalizione risultata vincitrice.
Decaro è social, ma poco strutturato per il sociale. Dinanzi alla complessità si blocca, indietreggia, appare confuso. Sotto il like si ha difficoltà nel trovare qualcosa; sopra il like, avanza il pencolare di ragionamenti ovvi. Lobuono è simpatico assai, indossa l’abito della vittima sacrificale con una certa eleganza modesta. La destra in Puglia, per la quale si è immolato alla fine, è invece saltata da anni. Molto prima di dover intonare il coro: “Chi non salta un comunista è!”. Si fugge dalla vittoria (e dal recarsi alle urne) quando la democrazia è malata. Incerta. Come certe notti di luna calante.


