martedì 22 Ottobre 24

Gabinetto di guerra

Tutti per uno ed ognuno per sè, la Giunta Melucci è un commovente esempio di amore incondizionato per il padre che ti ha donato la vita. E anche la delega assessorile

Difendono il padre per non trovarsi la porta di casa chiusa al rientro serale. S’ingraziano il padre in una famiglia politica confusa, senza ruoli ben definiti. Arcobaleno, ma dai colori smorti. E’ un gabinetto di guerra (spuntata) quello che si erge a protezione del sindaco di Taranto da un articolo giornalistico che non offende, ma riflette. Che non diffama, ma argomenta. Che non si omologa, ma interroga. Nell’esaltazione del padre la psicoanalisi scorge i primi sintomi del parricidio. Il figlio, i figli, che uccidono il padre per troppo amore. Un amore che scivola nel suo contrario. Una devozione schermata dall’opportunismo. Un’idolatria che non trova conferma nei colloqui privati. Nella difesa d’ufficio, richiesta e pretesa, prontamente rilanciata da assessori in seduta quasi plenaria, si palesa la politica dei nostri giorni: molto social, poco sociale. La verbosità innescata, telecomandata, a digiuno di governo. L’improvvisazione dialettica che divorzia dalla conoscenze amministrative. L’esaltazione dell’io spacciato per noi. C’è capo (di gabinetto) in questo gabinetto cittadino senza coda.

C’è una regia teatrale nonostante la povertà degli attori. Un’idea sconfitta nel serrare i ranghi dandosi appuntamento sulla pagina fb di un giornale che non si nasconde. Che mette assieme i tasselli di un puzzle edificato altrove. Che opera ricostruzione come usa fare la stampa liberal in qualsiasi luogo civile del mondo. Che non vive di aiuti all’editoria in un Paese che mercanteggia ripudiando il mercato. Con la destra, con la sinistra, l’Amerigo Melucci finirà comunque con l’andare a sbattere contro le onde delle proprie contraddizioni. Arenatosi nel trasformismo della bassa marea. L’epilogo è nel prologo. Non ditelo, però, agli assessori. Sarebbero disposti a tutto pur di salvare la delega ricevuta in dote da un padre che si odia per troppo amore.

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