Le differenze macroscopiche tra Milano Cortina e Taranto. Le diverse attenzioni di Governo – e Coni – rispetto alle due manifestazioni sportive che si terranno nel 2026. Di fatto, l’autonomia differenziata esiste già. Esiste da sempre, dall’Unità d’Italia in poi
Ci sono Giochi e Giochi. I Giochi Preziosi, belli come giocattoli per bambini. I Giochi ordinari che fanno litigare gli adulti. I Giochi di Milano Cortina, i Giochi di Taranto. Quelli invernali; quelli mediterranei. Quelli che si terranno al Nord, quelli che andranno organizzati al Sud. Quelli con la neve (artificiale), quelli con il sole (ammalato). Quelli che costeranno all’incirca 6 miliardi di euro, quelli che non supereranno i 300 milioni di euro alla fine della giostra. Quelli che stanno ogni giorno sui giornali e nei pensieri di governo e Coni, quelli che ancora attendono i decreti attuativi per mettere a gara i progetti.
Non serve attuare l’autonomia differenziata, esiste già. E’ viva e vegeta. Siede accanto a noi, ci sussurra all’orecchio, incide sulle nostre vite. Da sempre. Dall’Unità d’Italia in poi. Nella sanità pubblica erogata, nella qualità dell’istruzione garantita, e adesso anche nello sport. Esistono i Lep (livelli essenziali di prestazione) che si esplicitano nel gesto tecnico, nella resistenza atletica. Diversi da Regione a Regione. Che si concretizzano nella geolocalizzazione dell’impiantistica sportiva. Nella linea della palma, evocata da Sciascia, delle infrastrutture da realizzare. Si conferma la regola, o la sindrome, del Paese troppo lungo e stretto. Diviso e divisivo. Disunito nella sua unità posticcia. Le due parti di un differente intero. Restano le moto d’epoca, sono stati tolti i treni per la Milano-Taranto. Sembra un Gioco, ma non lo è.
