martedì 22 Ottobre 24

I nuovi meridionalisti

Più brillanti di Guido Dorso, più acuti di Gaetano Salvemini, più coraggiosi di Giustino Fortunato. Il nuovo filone meridionalista, quello che vota l’autonomia differenziata per non disattendere le indicazioni di partito ricevute, è uno sballo. Un eccitamento dei sensi. Grazie ai nostri eroi, il sotto scivola nel sopra. Ma sempre sotto rimane

Avanza un nuovo meridionalismo. Poco autonomo, molto differenziato. Un Mezzogiorno settentrionale, un Sud retrocesso a Nord, un sotto che scivola nel sopra. Qualcosa che somiglia al canone inverso. Alla zuppa rivelatasi pan bagnato. E’ l’Italia capovolta dei provetti meridionalisti a digiuno di cultura meridionalista. Fedeli alle indicazioni di partito, disattenti circa le urgenze reclamate dai territori d’elezione. Prima la sinistra con la riforma del titolo V della Costituzione, dopo la destra con l’autonomia differenziata. Sia gli uni che gli altri, a distanza di diversi anni, acuiscono la frattura tra Settentrione e Meridione invece che ripianarla. Dividono ciò che andrebbe unito. Non risolvono la “Questione Meridionale”; la marginalizzano. La deteriorano. L’abbandonano senza coraggio al proprio destino. Roba da far rivoltare nella tomba un galantuomo come Guido Dorso, mandare in soffitta le analisi sagaci di Gaetano Salvemini, denigrare il coraggio intellettuale di Giustino Fortunato.

Come scrive Michele Ainis su la Repubblica: “Una riforma al giorno leva la Costituzione di torno”. I più convinti assertori delle ragioni delle Regioni del Nord sono deputati e senatori delle Regioni del Sud. Senza ragione, evidentemente. Un capovolgimento semantico. L’eccezione che non conferma la regola. La Repubblica italiana è una e indivisibile. Così recita l’articolo 5 della nostra Magna Carta. Così recitava, almeno. Adesso ognuno potrà fare come cavolo gli pare. Siamo passati, senza grandi clamori, dalla tassa di successione alla tassa di secessione. Restiamo legati ai Lep: i livelli essenziali di prestazione. Al referendum. Alla piazza che si mobilità, supplente stanca, rotta di scatole di una politica debole. “Siamo meridionali/e abbiamo stati tutti quanti abituati male/ sospettate di noi…”. Difficile dare torto al mio amico, Mimmo Cavallo.

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