martedì 6 Maggio 25

L’Internazionale Populista

La post-verità è un imbroglio permanente. Alimentato dalla rabbia e dagli algoritmi. Tanto che parli Trump, quanto che intervenga un candidato sindaco qualsiasi a Taranto. L’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’Ilva, rilasciata dal Consiglio comunale invece che dal Ministero dell’Ambiente, è lo schema dell’ignoranza che vuol farsi governo dei destini collettivi

Scomparsa quella comunista, avanza l’Internazionale Populista. Malattia senile, eppur giovanissima, delle nostre democrazie. Confusa la semplificazione con il semplicismo, il riformismo con la demagogia un tanto al chilo, la competenza accademica con wikipedia, gli ingegneri del caos adulterano – e sparigliano – il dibattito pubblico nelle nostre società: limitandone gli spazi, azzerandone il tempo. Avanza la bugia, il falso, lo spergiuro. Il raggiro sistematico, costruito mediante gli algoritmi e la rabbia delle piattaforme social, dell’altro (degli altri) . Cambiando le regole d’ingaggio del consenso, il suo regolare sviluppo e indirizzo, la tecnica alimenta la confusione spacciandola per dato effettuale. Reale al di là di ogni ragionevole dubbio. Un sistema valoriale incontrovertibile. Vale, insomma, quanto profetizzato da Mark Twain: “La bugia ha già fatto il giro del mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe”. Vero. Verissimo.

In effetti: se la bugia non avesse surclassato – e umiliato – la verità, se le fake news non monopolizzassero quel che resta – e resiste – dell’offerta informativa, difficilmente Trump se ne starebbe alla Casa Bianca. Un uomo senza qualità come Orbàn guiderebbe l’Ungheria: Paese dalle grandi tradizioni culturali. Salvini, nella veste di vicepremier italiano, discetterebbe di trasporti e ponti stretti da costruire sullo Stretto di Messina. E Conte, l’avvocato del popolo, colui che vantava nel suo curriculum vitae collaborazioni con prestigiose università americane e inglesi, rivelatesi poi inesistenti, rappresenterebbe il terzo partito italiano. Le conseguenze dell’Internazionale Populista travalicano il pudore, accarezzano l’azzardo. Destrutturano il merito per ingraziarsi il bisogno. E i  suoi epigoni, sempre più numerosi, sempre più chiassosi, sparano corbellerie al ritmo di una mitraglietta bellica.

Al di là dell’Atlantico, uno sgraziato presentatore di un format televisivo dell’epoca, di nome Donald Trump, alimentò la diceria che il presidente Barack Obama non fosse nato negli Usa. Che il suo certificato di nascita fosse falso. Nient’altro che un racconto fraudolento, come i fatti s’incaricarono poi di dimostrare. Al di qua dell’Atlantico, a Taranto, si parva licet, un candidato sindaco contempla nelle competenze del Consiglio comunale il rilascio dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per le attività produttive dell’Ilva. In realtà trattasi di una prerogativa del Ministero dell’Ambiente, ma fa niente. L’applausometro della cazzata, per l’Internazionale Populista, è più importante del discernimento di fatti. Dell’analisi veritiera. Della competenza non obnubilata dalla parola che ammicca. Lo schema è identico. Tanto basta per alimentare le banche della collera. Never be boring. Pur di non essere mai noiosi, rischiamo di scambiare il male per il bene. L’imbroglio dei nazional-populisti.

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