sabato 27 Luglio 24

Perchè Bobbio non avrebbe amato Elly Schlein

Non esiste una sinistra che non sia libera ed eguale al tempo stesso. Questo è stato il grande insegnamento trasmessoci dal filosofo torinese. Altra cosa è inseguire i soli diritti civili, molto alla moda, dimenticandosi dei diritti sociali. Il progressismo che si dichiara antifascista, in realtà, scimmiotta la destra

Poco eguale. Pochissimo liberale. Poco molte cose, insomma. Non si sarebbero presi granché Norberto Bobbio ed Ella, cioè Elly, ovvero Schlein. Non si sarebbero amati affatto. Sfiorati, poi, neanche per caso. Al filosofo torinese interessava poco la sinistra arcobaleno, un’epifania di colori al cospetto di una moltitudine di daltonici. La sinistra dei diritti civili a digiuno dei diritti sociali. La sinistra degli slogan che ottundano le grandi narrazioni. La sinistra antifascista (ieri antiberlusconiana) e poco altro ancora. La sinistra Ztl che si tiene lontana dai cancelli delle fabbriche. La sinistra che dissipa certezze senza coltivare dubbi. La sinistra più a suo agio nei salotti televisivi che nelle aule universitarie. Per lo scienziato della politica, la sinistra deve operare nel solco del riformismo. Pena la sua dipartita, il suo inabissarsi nei fondali del radicalismo distruttore. Molto populista, molto poco popolare. Una sinistra-albergo a Cinque Stelle, con pernotto e prima colazione pagata. Quanto al pranzo e alla cena, invece, ognuno badasse per sé. Una sinistra destra alla fine dei conti. Liberi uguali fu lo slogan che lo accompagnò per tutta la vita. Una sorta di terza via tra il socialismo e il liberalismo. Meritocratica purché meriti e bisogni, come avrebbe ricordato Claudio Martelli nei primi anni ’80 del secolo scorso, avessero avuto l’intelligenza e il buon gusto di tenersi assieme. Di camminare mano nella mano, in equilibrio, impossibilitati nel sopravanzarsi a vicenda.

Questa sinistra, la sinistra profetizzata da Norbero Bobbio, ha vinto e avuto fortuna ovunque tranne che in Italia. Nel nostro Paese ad affermarsi è stata, invece, la dittatura del “post”. Post-comunista, post-democristiano, post-ideologico, post-verità, post-moderno. Un dopo che ha cancellato il prima, disperso il sapere, impreziosito l’improvvisazione. Ella, cioè Elly, ovvero Schlein, s’intesta le battaglie contro le discriminazioni di genere e dimentica le discriminazioni di reddito. Sfila al Gay Pride molto più di quanto non faccia ai cortei con gli operai. Insegue diritti alla moda dimenticando la moda dei diritti, la loro essenza imperitura, una certa dimensione della tutela che occupi i luoghi attraversando il tempo. “I diritti dell’uomo, anche se sono stati considerati sin dall’inizio naturali, non sono stati dati una volta per sempre”. Quanto servirebbe rileggere Bobbio oggigiorno. Servirebbe, anzitutto, ai sinistrati della sinistra italiana.

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