di Angelo Nasuto
Staccato il candidato di centrodestra, Fisicaro. Male FdI e M5S
Il primo tempo si conclude con un netto successo in rosa. Se il primo turno di elezioni comunali a Massafra fosse un atteso incontro di calcio, una finale tanto aspettata dai tifosi, sarebbe questo l’annuncio della notizia. La candidata sindaco Giancarla Zaccaro, sostenuta da una compagine di liste civiche e con insieme l’UDC, raggiunge un sonoro 46% e dei tre competitor candidati alla poltrona di primo cittadino risulta la più suffragata in città.
Ad una netta distanza è arrivato il competitor della coalizione di centrodestra, il candidato sindaco Emanuele Fisicaro, che ottiene il 31%. Terzo arrivato nella competizione elettorale con quasi un 23% dei consensi è Giuseppe Losavio, alfiere di un raggruppamento anch’esso di pura ispirazione civica, sostenuto anche dal Movimento 5Stelle.
Un risultato quello massafrese per molti cronisti e commentatori politici comunque inatteso, visto il netto divario scavato tra i primi due arrivati, che dunque approdano al turno di ballottaggio. Chi si aspettava anche un entusiasmante testa a testa tra le due compagini più forti, il cui pronostico favorevole era stato ampiamente preventivato, è sicuramente rimasto deluso.
Il risultato di questo primo turno, anche se parziale per assicurarsi la poltrona di sindaco, è stato assolutamente netto e perentorio e racconta la forza sprigionata da una coalizione, quella di Giancarla Zaccaro, che era nata quasi in sordina, facendosi strada come compagine di impronta centrista tra le tradizionali fette partitiche di centrodestra e centrosinistra.
Successivamente nei mesi scorsi questa alleanza, che aveva trovato nella figura femminile del candidato sindaco un pregio da poter ostentare, ha poi raccolto i consensi innanzitutto dei candidati consiglieri che addirittura sono usciti dai propri partiti di appartenenza storica, per legarsi a questa coalizione, non avendo espresso il giusto consenso alla candidatura voluta dalle segreterie partitiche di Emanuele Fisicaro. Che rimane una candidatura di sicuro prestigio, considerate le sue diverse esperienze da professionista, già ufficiale della Guardia di Finanza, nonché avvocato ed esperto di diritto tributario, ora anche docente universitario in piena attività.
Ma cosa ha fatto pendere la bilancia verso la direzione Zaccaro? Forse la cosiddetta “massafresità” di chi è nato e cresciuto in questo territorio, al cospetto del suo antagonista Fisicaro che comunque vive a Massafra da più di trent’anni. O forse il veto alla candidatura dello stesso stimato professionista, definita calata dall’alto dai sostenitori di Giancarla Zaccaro, i quali però trascurano così la realtà che lo stesso centrodestra massafrese non aveva raggiunto un’intesa sul candidato sindaco e si era affidato alle scelte delle proprie segreterie partitiche anche tramite un documento ufficiale con tanto di firma. O ancora la forza di questo proliferare delle liste civiche e della crisi dei partiti, che però non ha premiato il candidato Losavio. Di tutto un po’, si direbbe nelle ricette dei piatti più prelibati, e allora si è prodotto questo divario tra i prossimi contendenti al ballottaggio. E allora come era nelle previsioni che ballottaggio sia.
Un cenno anche al risultato delle liste che conferma una gara tra i tradizionali partiti di centrodestra e alcune liste civiche, tra cui la più suffragata risultata essere la lista del sindaco Zaccaro, seguita da un’altra civica dal nome emblematico: “Massafra Libera”. Buono il risultato di Forza Italia e della Democrazia Cristiana con Rotondi, al di sotto invece F.lli d’Italia. Il successo delle civiche è dovuto alla presenza al loro interno di ex assessori o politici locali di lungo corso, i quali al di là dell’esito del ballottaggio saranno comunque eletti: parliamo di Raffaele Gentile, Antonio D’Errico, Giuseppe Maggiore e Giandomenico Pilolli.
Bene anche Massafra Terra Nostra, sempre a sostegno della Zaccaro, dove troviamo alcuni esponenti appartenenti al PD, che come sappiamo non ha presentato la sua lista. Le liste di Losavio raccolgono le briciole e l’unica che supera il 3% è Ambiente e Progresso, mentre quella 5Stelle si ferma ad un misero 2%, a conferma del momento di grave crisi di consenso dei pentastellati.