“Dobbiamo accompagnare i nostri figli in un percorso di crescita in cui la tecnologia diventi un alleato e non un nemico”
Il presidente del Consiglio comunale di Taranto, Piero Bitetti, lancia un allarme riguardo ai problemi di salute legati all’uso inappropriato degli smartphone, un fenomeno che colpisce in particolare gli adolescenti.
“L’abuso del cellulare, quando non diventa vera e propria dipendenza, riguarda soprattutto i ragazzi che così rischiano di diventare ansiosi o peggio ancora depressi”, dichiara Bitetti durante un dibattito organizzato dall’associazione Unire e tenutosi alla biblioteca Acclavio.
L’incontro ha visto la partecipazione di autorevoli relatori, tra cui il dirigente scolastico Giovangualberto Carducci, il sociologo Don Antonio Panico, e rappresentanti della ASL di Taranto, come Vincenza Ariano e Katia Pierri.
Dopo l’introduzione di Angela Tanzarella, presidente dell’associazione, i relatori hanno fornito spunti di riflessione su come affrontare questa emergenza sociale. Gli esperti del settore hanno messo in luce le gravi conseguenze dell’abuso di dispositivi mobili, che può portare infatti a stati di ansia e depressione tra i giovani.
“Dobbiamo accompagnare i nostri figli in un percorso di crescita in cui la tecnologia diventi un alleato e non un nemico”, ha affermato Bitetti, sottolineando che la responsabilità di affrontare il problema non ricade solo sui giovani, ma coinvolge anche genitori e scuole.
“Un errore da non commettere è quello di pensare di spostare indietro le lancette della storia. Piattaforme digitali, web, smartphone e pc sono il nostro presente e saranno sempre di più il nostro futuro – aggiunge il Presidente del Consiglio comunale – Lo straordinario sviluppo tecnologico di questi ultimi decenni è impossibile da fermare. Fermarlo no, governarlo sì. In caso contrario, i nostri figli potrebbero pagare il prezzo più alto perché sono i più fragili e dunque maggiormente esposti al rischio della dipendenza dagli strumenti digitali”.
È necessario promuovere nuove forme di socializzazione, recuperando luoghi tradizionali di aggregazione come le parrocchie e gli oratori, che hanno storicamente rappresentato spazi di crescita per le generazioni passate.
“Abbiamo insomma tante carte da giocare per vincere la partita più importante: salvaguardare il benessere psicofisico dei giovani. Iniziative come quella promossa dall’associazione Unire Taranto hanno il merito di aiutarci a condividere informazioni e risultati delle ricerche effettuate sia in ambito clinico che sociologico. A guidarci deve sempre essere l’etica della responsabilità che impone a tutti noi di agire in prima persona”, conclude Bitetti.