I consiglieri comunali Musillo, Cosa e Festinante spiegano l’abbandono dell’aula al momento della votazione: “Volevamo far cadere il numero legale e smascherare quanti invece rimanendo in aula, astenendosi o votando contro, hanno reso possibile l’approvazione di questo importante punto all’ordine del giorno”
“La seduta odierna del consiglio comunale a Taranto è stata l’ennesima conferma di una legislatura ormai giunta al capolinea, improntata all’improvvisazione e alla sciatteria”.
Così in una nota congiunta i consiglieri di Svolta Liberale per Taranto, Walter Musillo, Francesco Cosa e Cosimo Festinante.
“I numeri larghi di cui si è sempre vantato il Sindaco Melucci – affermano – oggi sono scomparsi davanti all’approvazione del bilancio di previsione, con solo 16 consiglieri che hanno votato a favore. Siamo di fronte nuovamente ad uno scenario di “furia francese e ritirata spagnola”, che acclarano che Rinaldo Melucci non ha più una maggioranza in consiglio comunale”.
“Quest’oggi il gruppo di Svolta Liberale – spiegano i tre consiglieri, motivando l’abbandono dell’aula al momento della votazione del Bilancio – verificato che solo 16 consiglieri erano favorevoli al voto del bilancio, ha abbandonato l’aula per far cadere il numero legale e smascherare quanti invece rimanendo in aula, astenendosi o votando contro, hanno reso possibile l’approvazione di questo importante punto all’ordine del giorno. Purtroppo, ancora una volta, abbiamo assistito all’opportunismo e al personalismo di quei consiglieri che hanno scelto la via della sopravvivenza, difronte ad un progetto politico ormai appeso ad un filo e senza credibilità” .
“Vista la fragilità e l’eterogeneità della coalizione di centrosinistra – concludono – sempre più simile ad un colabrodo, unita più dall’attaccamento alla poltrona che da una comune visione di un progetto di città, non vorremmo mai che chi è stato chiamato a guidare la città sia da oggi sotto stretto ricatto proprio da parte di quei partiti che hanno votano l’approvazione del bilancio. Democrazia e dignità vogliono che un Sindaco senza maggioranza rassegni le proprie dimissioni, apra una crisi politica e se nei venti giorni consentiti dalla legge verifica che non ci sono più le condizioni non gli resta che ritornare alle urne e dare nuovamente la parola agli elettori”.