“Il progetto di Asset va ripreso e rimodulato mantenendo l’intuizione più forte di quella ipotesi: la collocazione della nave in prossimità del costruendo Centro nautico in Mar Piccolo, nell’area dell’ex Stazione Torpediniere”
“L’affare Garibaldi va assumendo toni sempre più controversi. Per primo, lo scorso 9 agosto, ho lanciato l’allarme su quello che non ho esitato a definire l’ennesimo scippo ai danni di Taranto. E di scippo, in effetti, si tratta visto che, come sembra, già nel 2019 l’Agenzia Asset aveva presentato un piano per il riuso di nave Garibaldi a Taranto una volta andata in disarmo.” Lo afferma in una nota il Consigliere regionale PD, Vincenzo Di Gregorio, a seguito della decisione di fare della Garibaldi un museo sul mare a Genova.
“Questa rivelazione per certi versi ci conforta perché conferma l’attenzione della Regione Puglia per Taranto. In parallelo, però, apre nuovi scenari e nuovi interrogativi. Innanzitutto ci sarebbe da capire perché la Marina Militare avrebbe chiuso la porta al progetto Taranto, accogliendo, invece, con favore quello presentato dal Centro studi Giuseppe Bono per Genova? E ancora, chi sapeva del progetto Asset? Perché è stato dimenticato? Sciatteria? Distrazione? Lobbies in azione?
Parafrasando un celebre detto popolare ritengo che i buoi non siano ancora scappati dal recinto, ma qualche manina ha provvidenzialmente provveduto a spalancare l’uscita. – Sottolinea il consigliere regionale – Tocca a Taranto richiuderla rapidamente rivendicando la primogenitura dell’ipotesi di nave museo Garibaldi ora che è certo che l’incrociatore portaeromobili a fine 2024 sarà collocato in disarmo.
Il progetto di Asset va ripreso e rimodulato mantenendo l’intuizione più forte di quella ipotesi: la collocazione della nave in prossimità del costruendo Centro nautico in Mar Piccolo, nell’area dell’ex Stazione Torpediniere. – Prosegue – Si creerebbe, in questo modo, un grande polo di attrazione sportivo, turistico, culturale, in un’area di grande pregio nel cuore di Taranto.
Questo sì che innescherebbe la tanto auspicata riconversione economica, sociale e culturale del capoluogo ionico. Questo progetto va sostenuto con forza e convinzione in maniera coesa e trasversale, restando uniti (una volta tanto), senza divisioni, mettendo in campo le risorse migliori in tutti i livelli amministrativi: Comune, Regione, Governo”. Conclude Di Gregorio.