Game over, tempo scaduto, pazienza esaurita. Il premier Meloni pronta a promuovere un provvedimento contro il sindaco di Taranto. Basta con gli ostruzionismi, i Giochi del Mediterraneo così sono a rischio
Prima la diffida. Al secondo cartellino giallo, poi, scatterà la squalifica. Proprio come nel gioco del calcio. Il premier Meloni ha deciso d’intervenire direttamente con il sindaco di Taranto. Promuoverà un provvedimento nei suoi confronti la prossima settimana. Ai collaboratori più stretti, l’inquilina di Palazzo Chigi, avrebbe palesato tutto il proprio disappunto per i comportamenti assunti da Melucci in merito all’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo del 2026. Considera fuori dal perimetro istituzionale l’ostruzionismo posto in essere dal primo cittadino nei confronti del commissario Ferrarese. Qualcosa d’incomprensibile, mai visto prima. Una mancanza di rispetto verso lo stesso governo del Paese. Una condotta insomma che rischia, se non bloccata per tempo, arginata a dovere, di mettere a rischio l’intera manifestazione sportiva. Dopo Malagò, adesso anche il primo ministro. Melucci ha del talento nel fare terra bruciata attorno a sé, non c’è che dire. Nell’allontanare Taranto dai centri del potere che conta. Sembra quasi voler lavorare, delle volte, in direzione contraria. E rendere ancor più periferica la nostra già cronica perifericità. Un disastro senza fine, l’uomo sbagliato al posto giusto. I consiglieri di maggioranza, come loro costume, restano in silenzio. Sotto – e sopra – la mano alzata in Consiglio non sanno andare. I partiti sono defunti da tempo. Il giornalismo locale, per grandi linee, attende una legge sul fine vita per porre fine ai propri tormenti e fallimenti. Quei quattro imprenditori che ancora sfrecciano in città con il Suv, innovatori nell’arte dell’ossequio, maestri dei salamelecchi, andrebbero studiati a fondo da un redivivo Edward Banfield. La confraternita della pizzella, come questo giornale ebbe a ribattezzarla anni fa. Prima la diffida, poi la squalifica. Poveri noi.