“Emissioni CO2 fino a 18.760 vittime entro il 2100. Governo intervenga subito per una conversione industriale green”
La notizia dell’avvio di un’indagine contro Lucia Morselli, ex amministratrice delegata di Acciaierie d’Itanna, e altri otto dirigenti, accusati di associazione a delinquere finalizzata all’inquinamento e al disastro ambientale, ha scosso profondamente la comunità di Taranto.
“È l’ennesima conferma di come questa città sia stata abbandonata a un destino di morte e devastazione. Secondo la Gazzetta del Mezzogiorno, la procura di Taranto ritiene che Morselli e il suo gruppo, dal 2018 a oggi, abbiano causato danni gravissimi all’ambiente e alla salute dei cittadini, omettendo le manutenzioni necessarie e esponendo i lavoratori a sostanze cancerogene. Si tratterebbe di una vera e proprio piano che ha sacrificato il benessere della comunità sull’altare del profitto”. Così in una nota il deputato di Avs, Angelo Bonelli.
Inoltre, un recente rapporto pubblicato su ‘Epidemiologia & Prevenzione’ rivela dati allarmanti: le emissioni di CO2 dell’ex Ilva potrebbero causare fino a 1.876 decessi globali entro il 2100. Prolungando tali emissioni ai livelli attuali per un altro decennio, le vittime previste arriverebbero a 18.760, eccedendo il numero degli stessi lavoratori dello stabilimento.
“Questi numeri sono spaventosi e inaccettabili. Lo stabilimento di Taranto è uno dei maggiori emettitori di gas serra in Europa, contribuendo al riscaldamento globale e al deterioramento della salute pubblica. L’impatto della CO2 non si limita a Taranto, ma rappresenta un pericolo a livello europeo, con probabili ripercussioni drammatiche sulle temperature nella città e dintorni”, aggiunge Bonelli.
“Il popolo di Taranto è stato abbandonato, lasciato a convivere con un inquinamento che mina la salute e il futuro di intere generazioni. È urgente che il governo apra immediatamente un’indagine per accertare questa situazione criminale e prenda provvedimenti drastici. A Taranto sono stati calpestati e negati i diritti costituzionali della popolazione: serve una strategia di conversione industriale che metta al centro la salute e il benessere dei cittadini”, conclude.