“Taranto continua a soffrire i pregiudizi derivanti da un’idea industriale pre novecentesca, pronta a sacrificare qualsiasi diritto costituzionalmente inalienabile in luogo della mera produzione dell’acciaio”
“Quest’oggi ho depositato un’ulteriore interrogazione parlamentare ai Ministri della salute, dell’ambiente e della sicurezza energetica, delle imprese e del made in Italy e del lavoro e delle politiche sociali per sapere, innanzitutto, se il governo intenda procedere con il riesame dell’AIA in assenza delle garanzie necessarie su bonifiche, chiusura delle fonti inquinanti e valutazione dell’impatto sanitario e ambientale”. Lo dichiara il senatore del Movimento 5 Stelle, Mario Turco.
“Su quest’ultimo punto, si chiede di sapere se si intenda condizionare il rilascio della nuova AIA, o l’eventuale proroga di quella in essere, ad una nuova preventiva Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario o, in mancanza, disporre la sospensione del rinnovo dell’AIA presentata nel febbraio 2023 o dell’ulteriore proroga di quella rilasciata nel 2012, considerando che entrambe prevedono la sola continuità produttiva a carbone. – Sottolinea l’esponente pentastellato – Inoltre, si chiede ai Ministri quali misure intendano adottare per ridurre immediatamente le concentrazioni di benzene ed altri inquinanti tossici provenienti dall’area a caldo dello stabilimento siderurgico ex Ilva e quali siano le misure volte a salvaguardare i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori dello stabilimento, di quelli ex Ilva e dell’indotto.
Mentre il Governo prende tempo e fa finta di non accorgersi delle rivendicazioni provenienti dal tessuto economico-sociale del capoluogo ionico, Taranto continua a soffrire i pregiudizi derivanti da un’idea industriale pre novecentesca, pronta a sacrificare qualsiasi diritto costituzionalmente inalienabile (salute, vita, lavoro, autodeterminazione, ecc.), in luogo della mera produzione dell’acciaio. – Conclude il Senatore Turco – Non possiamo accettare questo malgoverno del Paese e per questo continueremo a chiedere riscontri concreti nei palazzi della democrazia”.