martedì 10 Settembre 24

Il Cdm impugna la legge regionale che vieta la pesca dei ricci di mare

Pagliaro (La Puglia Domani): “Non è un capriccio, nasce da evidenze scientifiche: dobbiamo tutelare il nostro mare”

Braccio di ferro sulla legge della Regione Puglia, in vigore dallo scorso 5 maggio, che vieta la pesca di ricci di mare per tre anni nelle acque pugliesi.

Il ministro Roberto Calderoli, infatti, ha proposto al Cdm di impugnare il provvedimento, adducendo un conflitto con la normativa statale, internazionale ed europea ed in particolare di violazione del comma2 dell’articolo 117 della Costituzione.

«Noi sosteniamo da sempre il diritto a difendere il nostro mare – ha commentato il capogruppo regionale de “La Puglia Domani”, Paolo Pagliaro – il cui ecosistema è minacciato dall’incombente estinzione di una specie essenziale per il suo equilibrio. La mia proposta di legge è stata condivisa e sottoscritta dal presidente Emiliano e da 49 consiglieri regionali. È stata accolta con entusiasmo dai cittadini pugliesi e da tutti quelli che amano il mare, dalla Guardia Costiera, dagli ambientalisti, dal mondo della scienza, dai ristoratori e dagli stessi pescatori autorizzati che ormai trovano ben poco sui fondali desertificati.  

“Non è un capriccio ma nasce da evidenze scientifiche – spiega Pagliaro – sui nostri fondali i ricci di mare sono pressoché estinti, e questo determina la proliferazione incontrollata delle alghe e la scomparsa di altre specie ittiche. Perciò ribadiamo la necessità di fermare la pesca dei ricci di mare per i prossimi tre anni, come la nostra legge stabilisce disponendo il divieto di prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare e dei relativi prodotti derivati freschi fino al 2026. Ci siamo mossi nel solco del settore della pesca, che è di competenza regionale come più volte affermato dalla stessa Corte costituzionale. A fine maggio ho anche incontrato il ministro Pichetto Fratin per sensibilizzarlo sulla difesa di una specie che non possiamo lasciar estinguere e che anzi dobbiamo impegnarci a ripopolare, e per chiedergli che il fermo pesca dei ricci di mare possa essere esteso all’intero territorio nazionale come già è avvenuto per le oloturie.

“I controlli – conclude – stanno dando frutto con le sanzioni nei confronti dei trasgressori, ma dalla Guardia Costiera registrano una diminuzione dei sequestri rispetto agli anni passati quando era in vigore il fermo pesca dei ricci nei mesi di maggio e giugno. Segno che l’attenzione mediatica attorno alla nostra legge ha funzionato come campagna di sensibilizzazione per far comprendere il danno prodotto dai pescatori di frodo e della domenica.  Intanto, la nostra legge resta in piedi finché la Corte non la dichiarerà eventualmente incostituzionale”.

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