venerdì 9 Maggio 25

IL PROVINCIALE

Prima la riforma delle Province. Poi il voto previsto, presumibilmente, per febbraio (o marzo) del nuovo anno. La destra punterebbe sul consigliere regionale, Perrini. La sinistra sull’assessore Pentassuglia e sul consigliere del presidente Emiliano, Borraccino. Più defilato il senatore Turco. Al centro, come in un vecchio sketch di Benigni, il sindaco di Taranto. Le indiscrezioni che potete leggere solo su CosmoPolis

Prima la riforma delle Province, che torneranno ad essere enti di primo livello. Presumibilmente in autunno. Poi l’elezione del nuovo presidente; e del Consiglio provinciale. Con molta probabilità, non oltre il mese di marzo del 2025. La politica scalda i motori in considerazione di questo appuntamento. Definisce strategie, studia percorsi percorribili, incassa eventuali disponibilità. I partiti, o quel che resta degli stessi, si fregano le mani (altro, oggettivamente, non sanno fare). Il futuro delle nostre istituzioni somiglia ad una terra passata, ad un deja vu. Il Manzoni diceva che più si approssima l’avvenire e più rivendica spazi per sé il ricordo. A sinistra vorrebbero essere della partita l’assessore regionale Pentassuglia e il consigliere del presidente Emiliano, Borraccino. A destra, invece, il nome che si fa con insistenza è quello dell’attuale capogruppo in Regione di FdI, Perrini. Della contesa elettorale dovrebbero essere anche il sindaco di Taranto e il senatore dei Cinque Stelle, Turco. Staremo a vedere.

La nascita di un’associazione che Melucci e il suo consigliere, Costanzo Carrieri, hanno propinato – senza ricevere risposte entusiastiche – ad amici ed alleati anche il giorno di Ferragosto serve a questo. A creare condizioni di agibilità politica per il primo cittadino che, con le sue movenze, con i suoi editoriali da narrativa distopica, con un buonismo di facciata più fastidioso dello scirocco di questa infernale estate, ricorda una vecchio sketch di Roberto Benigni: “Di qua la destra, di là la sinistra: Casini scegli dove cavolo andrai a sederti…”. Se solo avessimo una classe dirigente degna di questo nome, se solo contassimo qualcosa non appena si abbandoni l’impegno ordinario, se solo si avesse l’ardire di studiare un pò, il ritorno delle Province a come erano prima di quell’aborto di riforma voluta da Delrio servirebbe a fare di Taranto una città metropolitana. Come Messina. Come Reggio Calabria. Ma noi contiamo pochissimo. Quindi meglio non coltivare ambizioni del genere.

 

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