“L’attuale giunta comunale, di concerto con gli altri livelli istituzionali, in primis con il governo centrale, farebbe bene a porre in cima alla propria agenda amministrativa il tema. Stessa cosa dicasi per la futura Amministrazione regionale”
“Non esiste soltanto la transizione ecologica. O quella economica. Con tutto il carico di contraddizioni che, sovente, ne accompagna la proiezione in un tempo futuro. A preoccupare tanto, se non di più rispetto alle prime, è la transizione demografica. Fenomeno chiamato, altrimenti, inverno demografico.” Così in una nota Vito Legrottaglie, candidato al Consiglio Regionale con il Movimento 5 Stelle.
“Secondo uno studio redatto qualche mese fa dal supplemento culturale del Corriere della Sera, la Lettura, e ripreso in chiave più generale l’altro ieri dall’Istat, nei prossimi vent’anni le città del Mezzogiorno che subiranno un maggior decremento dei propri residenti saranno Catania e Taranto. Con il capoluogo jonico che, al termine di questo arco temporale, non arriverà ad esprimere una popolazione superiore ai 140 mila abitanti.
Se si considera che soltanto a metà degli anni ’80 del secolo scorso, la città dei due mari, contava su una popolazione di circa 244 mila abitanti, si comprenderà bene la gravità del fenomeno in atto. – Sottolinea Legrottaglie – E le conseguenze che ne potranno scaturire. A tutti i livelli. Nella valenza dei servizi offerti, nella qualità della vita mediamente garantita in contesti siffatti.
Il fenomeno riguarda, e riguarderà, non soltanto la città capoluogo, ma l’intera sua provincia. Per Chiara Saraceno, sociologa che studia da anni le curve demografiche in Occidente, il loro andamento, le criticità congiunturali in luogo di quelle strutturali, denatalità da una parte e fenomeno migratorio dall’altro fungono da meccanismo centrifugo nelle nostre realtà urbane. Taranto, i comuni jonici, entrano a pieno titolo in questo schema, esemplificano l’immagine di una piramide capovolta. Di un luogo dal quale andare via. – Prosegue la nota – Con la decrescita demografica a testimoniare l’assenza di politiche specifiche, e meditate nel tempo, in grado di arginare dinamiche di questo genere. O, quantomeno, di provare a farlo.
L’attuale giunta comunale, di concerto con gli altri livelli istituzionali, in primis con il governo centrale, farebbe bene a porre in cima alla propria agenda amministrativa il tema. Stessa cosa dicasi per la futura Amministrazione regionale. – Afferma il candidato del M5S – Invertire questo trend è ancora possibile? Pensiamo proprio di sì. Le città con una popolazione costante sono quelle più attrattive. Le città portatrice sane di un progetto. Per le comunità. Per le popolazioni residente. Per quelle future. Scienza economica e scienza demografica sono le due facce della stessa medaglia. L’assenza dell’una escluderebbe la visione anche dell’altra. Proprio quanto accaduto a Taranto: al centro delle intemperie e di un inverno demografico che non vuole passare. – Conclude Legrottaglie – Serve, ripetiamo, incentivare la nascita di nuovi figli con politiche abitative e fiscali adeguate. Come fatto in Francia, per esempio. Altrimenti risalire la china non sarà soltanto difficile, ma proibitivo.”


