Secondo il coordinatore cittadino di “Noi con l’Italia – Noi Moderati”, Pierfilippo Marcoleoni, la scelta di Melucci di riconfermare il presidente di Kyma Ambiente è degna di “un sindaco che tira a campare e non ha un progetto di comunità”
“Dopo Mancarelli c’è Mancarelli. Così ha voluto – e deciso – il sindaco di Taranto con la nomina, effettuate l’altro ieri, del nuovo Cda di Kyma Ambiente. Nuovo per modo di dire. Non può essere nuovo un organismo amministrativo se lasci il presidente al suo posto. Se promuovi, invece che bocciare, chi ha gestito in questi ultimi anni la partecipata dedita alla pulizia e alla raccolta dei rifiuti urbani”.
Con queste parole il coordinatore cittadino di “Noi con l’Italia – Noi Moderati”, Pierfilippo Marcoleoni, ha commentato la decisione del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, di riconfermare Giampiero Mancarelli alla guida di Kyma Ambiente.
“L’Amiu – spiega Marcoleoni – come un tempo si era soliti chiamarla, è un’azienda sulla quale pesano gravi problemi finanziari. E’coinvolta, la stessa, in un’inchiesta giudiziaria per le procedure espletate nel concorso che avrebbe dovuto assumere una serie di lavoratori e professionisti del comparto ambientale. Le percentuali di raccolte differenziata registrate in città sono tra le più basse della nazione. Di rimando, però, la Tari applicata ai residenti è tra le più alte sempre della nazione. In Kyma Ambiente le relazioni sindacali sono, secondo le dichiarazioni rese dai rappresentanti dei lavoratori, a dir poco problematiche”.
“Ebbene – continua il coordinatore cittadino di “Noi con l’Italia – Noi Moderati” – con queste premesse, con le conseguenze che ne sono discese, conseguenze sotto gli occhi di tutti considerata la quantità di rifiuti che occupano strade e marciapiedi della città, Melucci che fa? Invece che cambiare registro, preoccuparsi di segnare una discontinuità, lascia tutto tale e quale. Cambia pur di non cambiare. Una scelta incomprensibile, se letta con gli strumenti della logica e della meritocrazia. Comprensibile, comprensibilissima invece, se interpretata con le modalità di un potere che pur di conservarsi, e auto-perpetrarsi, deve assoggettarsi ai voleri dei partiti e dei gruppi di pressione”.
“Credo non sia peregrina – conclude Marcoleoni – un’iperbole linguistica, definire Melucci il peggiore sindaco dal secondo dopoguerra ad oggi. Un primo cittadino che non ha un progetto di comunità, che tira a campare, che considera la cultura un intralcio, tanto da non avere neanche un assessore nominato al ramo (unico caso in Italia!), umorale e dai comportamenti altalenanti, diviene un problema più che un’opportunità. Povera Taranto. In quali mani sei capitata…”.