Fenomenologia della minoranza che vorrebbe diventare maggioranza. In Comune, alla Provincia. Melucci è politicamente debole, i suoi avversari lo sono anche di più. Storia del frullato indistinto, la nuova ideologia pubblica che spadroneggia in riva allo Jonio
E’ ambidestra l’opposizione a Taranto. Al Comune, alla Provincia senza assemblea elettiva, è sempre la stessa solfa. La distinzione netta tra gli opposti schieramenti è caduta in disuso ormai, annullata dal “tengo famiglia”: espressione coniata da Leo Longanesi per fissare il carattere opportunista di noi italiani. E’ la politica ridotta a celia: scherzo, burla, insensatezza. A cifra scanzonata dei suoi protagonisti. L’opposizione guarda a sinistra, in direzione dell’attuale governo; la maggioranza coopta l’opposizione per dare maggiore robustezza a numeri claudicanti. Non c’entrano niente gli esecutivi all’insegna delle grandi coalizioni, quelli di salute pubblica, l’unione tra diversi da esibire in precisi – ed emergenziali – momenti della nostra storia condivisa, e altre formule del genere. Non c’è disegno strategico da perseguire nell’interesse del bene comune, tensione etica da sovrapporre alle opzioni ideologiche, progetto di massima da consegnare alle generazioni future. C’entra, invece, l’arrivismo e il carrierismo tronfio di un ceto politico chiuso nella garitta delle proprie ambizioni. Autoreferenziale, incline nell’utilizzare il vincolo di rappresentanza ad uso e consumo di meri calcoli personalistici. In Comune, nell’aula consiliare della Provincia, in luogo delle dottrine politiche avanza un frullato indistinto degli appetiti famelici, il fritto misto dell’incarico, della delega fuori giunta, della nomina dirigenziale da inserire in modesti curriculum vitae. Larghi strati dell’opposizione vogliono divenire maggioranza, entrare nella stanza dei bottoni, tradire il rapporto fiduciario sottoscritto con gli elettori. A Melucci va bene così, abbandonata la qualità caldeggia la sola quantità ormai. Il tirare a campare prima delle europee del prossimo anno. Le maggioranze bulgare che diventino tutt’uno con le opposizioni alle mancate – e dirimenti – scelte di governo. Lenin divideva il mondo in uomini di azione e bevitori di tè. O di birra Raffo.