di Angelo Nasuto
Confronto serrato nella coalizione di centrodestra a pochi mesi dalle prossime consultazioni amministrative
L’UDC di Massafra vuole restare nell’ambito del centrodestra, mantenendo la promessa di siglare l’unità della coalizione. Ma tutto ciò deve avvenire a certe condizioni, altrimenti la già citata forza politica non subirà supinamente le decisioni imposte dall’alto. Appena due giorni dopo l’incontro a Taranto, dove si sottoscriveva il patto per sancire l’unione con l’obiettivo riprendersi il governo della città di Massafra, ecco un ulteriore scossa di assestamento che potrebbe far perdere pezzi al centrodestra.
Da mesi e mesi i partiti di questo raggruppamento politico sono impegnati con riunioni, consultazioni, assemblee, utili per confermare la stabilità della coalizione e soprattutto trovare l’accordo per una candidatura a sindaco che soddisfi tutti. Ma l’UDC è il partito che più vuole farsi rispettare. Il nocciolo della questione è proprio questo: contribuire in maniera paritaria per tutti i partiti alla scelta del nome che possa rappresentare il centrodestra. I discorsi sul programma da portare avanti, le idee concrete da proporre per una città migliore più a misura di cittadino sono tutte secondarie, quasi da intendere come la famosa aria fritta che si prospetta per pendere tempo e non arrivare al cuore del problema.
Per la situazione del centrodestra massafrese il cuore del problema è appunto una scelta condivisa sul candidato sindaco, che per forza deve avere molte caratteristiche: dovrà essere sicuramente una persona integerrima, valida sia a livello personale, che nell’ambito della competenza. Dovrà poi essere una figura professionalmente stimata e ben voluta dalla società civile, tanto da portare un surplus di consenso. Infine, e qua arriviamo al dilemma principale, dovrà essere un militante partitico di lunga data o un professionista preso esclusivamente dalla società civile? Ecco questo è il punto: l’UDC gradirebbe che chi concorre alla carica di primo cittadino a Massafra deve uscire dalle segreterie di partito, qualsiasi partito: che sia il proprio, Forza Italia o Fratelli d’Italia non conta. Il nome di un esterno invece avrebbe un peso specifico diverso, su cui tra l’altro potrebbe pesare un autentico veto.
In tal senso dalle parole di Alessandro Albanese, ex consigliere comunale e commissario cittadino, si capisce che le figure prese dalla militanza partitica sarebbero un’ottima idea, diversamente dagli ultimi nomi che si sono paventati nelle ultime settimane: questo perché la preparazione politica deve essere il canone principale da rispettare.
E allora l’Unione di Centro vuole vederci chiaro e non accetterebbe un’imposizione dall’alto sulla scelta del candidato sindaco non condiviso, soprattutto se tale scelta ricada sul cosiddetto nome esterno che non proviene dall’interno dei partiti. Su questo lo stesso commissario cittadino Alessandro Albanese è stato chiaro. Lo stesso esponente politico ha scongiurato che l’UDC massafrese possa subire commissariamenti o strappi violenti che coinvolgano gli organi dirigenziali locali: “abbiamo piena fiducia dei vertici del partito – ha concluso Albanese – e non temiamo atti che possano rivoltare l’attuale ordinamento. Ma noi all’interno del centrodestra non vogliamo fare la parte della Cenerentola, ma abbiamo pari dignità e considerazione con gli altri attori, senza essere messi in secondo piano”.
Per ora è così e nulla è compromesso sull’unità della coalizione. Ma già tante voci si rincorrono su una presunta riottosità del partito centrista a stare ai patti, che nasconde l’intenzione di prendere altre strade diverse. Sicuramente martedì prossimo ne sapremo di più: pare che in quel giorno scada l’ultimatum per arrivare all’accordo sul candidato sindaco. E se questo non arriva po’ succedere di tutto.