di Angelo Nasuto
Tutti i candidati sindaci si schierano contro il nuovo impianto per lo stoccaggio dei fanghi. Ma cosa stabilisce la legge a tal proposito? Non si strumentalizzi la battaglie ambientale per meri obiettivi elettorali
La campagna elettorale a Massafra si immerge nella lotta ambientalista all’inquinamento. E trova una sintonia insospettabile dei tre candidati sindaci, i quali si sono schierati subito contro la realizzazione dell’inceneritore fanghi, il nuovo impianto potenzialmente inquinante e capace di rendere l’atmosfera ancora più insalubre in questa zona del tarantino.
L’iniziativa concreta è partita dalla voce di Giancarla Zaccaro, candidato sindaco di una coalizione centrista, la quale già per domani ha indetto una raccolta firme sul Lungovalle Niccolò Andria per dire stop a questo altro inceneritore. La già consigliere comunale e assessore vuole così dare il via alla mobilitazione civica contro l’ennesimo impianto previsto sul territorio comunale, inaugurando un banchetto per la raccolta delle firme, dove tutti i cittadini, indipendentemente dall’appartenenza politica, sono invitati a partecipare. E nei prossimi giorni verranno comunicati ulteriori appuntamenti in città.
La decisione di avviare la petizione nasce dal parere favorevole espresso dal Comitato Tecnico della Provincia di Taranto, che ha definito “trascurabili” gli impatti ambientali del progetto. Una valutazione che ha suscitato forte preoccupazione nella popolazione, soprattutto considerando che la città di Massafra è stata classificata sin dal 1990 come area ad elevato rischio di crisi ambientale (Delibera del Consiglio dei Ministri, 30 novembre 1990 – Legge 305/1989); se poi si aggiunge che per detto impianto l’ARPA Puglia ha espresso parere negativo, così come il Comune di Massafra, allora il quadro allarmistico è completo
“Quando si parla di ambiente e salute, nulla può essere considerato trascurabile – ha afferma la Zaccaro – e nessuna decisione può essere calata dall’alto ignorando la voce di chi questa città la vive ogni giorno.”
La candidata sindaca ha inoltre annunciato che trasmetterà una nota al Presidente del Consiglio, al Presidente della Regione Puglia, e a ogni organo nazionale ed europeo competente, chiedendo al Commissario Prefettizio del Comune di Massafra di valutare un ricorso al TAR, seguendo l’esempio di esperienze precedenti che hanno fermato impianti simili. Metterò a disposizione il mio team – ha concluso – e chiederò un incontro ufficiale. Non possiamo restare fermi: Massafra ha bisogno di decisioni vere, non di slogan. Nessun altro impianto può aggiungersi a ciò che la città ha già sopportato.”
Nelle stesse ore anche il candidato sindaco Giuseppe Losavio ha emesso un suo comunicato, registrando anche un suo video messaggio, dove con durezza e piglio denuncia il via libera dell’ente provinciale a questo inceneritore fanghi, specificando che il nuovo impianto consentirà di far giungere nella Tebaide decine di camion al giorno per scaricare tonnellate di fanghi. “Salute e ambiente così sono a rischio – ha esordito Losavio – se avremo ben 85 mila tonnellata all’anno di questi rifiuti speciali da smaltire nel nostro territorio”. Il candidato sindaco di un progetto interamente civico, sostenuto dal Movimento 5Stelle, ha già scritto al Commissario, Eufemia Tarsia al fine di tutelare la salute dei cittadini massafresi in ogni sede, anche legale, per impedire la realizzazione di tale impianto. Gli ha fatto eco anche il suo antagonista Emanuele Fisicaro, in lizza per la carica di primo cittadino, supportato dalla coalizione di centrodestra. Il docente universitario ha rilasciato un’intervista ad una nota emittente televisiva, in cui chiaramente ha posto in essere tutte le azioni immediate e necessarie per intervenire prima ancora che scadano i termini perentori, prendendo contatti con il Commissario Prefettizio, per poter contrastare il parere favorevole della Provincia e opporsi all’impianto.
Un ultima considerazione riguardo anche alle note polemiche del comunicato della Zaccaro, in sui si afferma che si conoscono i nomi e i cognomi di chi ha favorito questo progetto e tali personaggi non sono stati voluti nel proprio schieramento. La lotta ambientalista qui è alla base di ogni provvedimento, ma davvero si può pensare di agire in questa direzione se ci sono importanti e sovraordinate leggi nazionali che favoriscono e permettono la costruzione di questi impianti? Quanto c’è in questi proclami di pura azione propagandistica elettorale?