Per ogni nuovo bambino nato in un comune con più di 15 mila abitanti, o minore adottato, dovrebbe essere piantato un albero. Lo stabilisce una legge del 1992. La media nazionale nei capoluoghi italiani è di 1,1 alberi per ogni residente con meno di 18 anni. A Taranto siamo fermi allo 0,69%. Singolare per una città che deve fare i conti con i suoi atavici problemi d’inquinamento
Il patrimonio arboreo, così come l’estensione del verde pubblico, sono elementi essenziali per la vita delle città. Soprattutto per bambini e ragazzi, per i quali la possibilità di giocare e passare del tempo all’aria aperta è fondamentale per una crescita sana. Le legge 113/1992 ha istituito il 21 novembre come «giornata nazionale degli alberi». E collega direttamente la nascita di bambine e bambini alla piantumazione di nuove alberature. “In attuazione degli indirizzi definiti nel piano forestale nazionale, i comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti provvedono, entro sei mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente e di ciascun minore adottato, a porre a dimora un albero nel territorio comunale”, così recita il testo della legge nei suoi principi. In attuazione di questa norma, i capoluoghi di provincia italiani hanno dichiarato la messa a dimora di 80.968 nuovi alberi nel 2020 e di quasi 70mila l’anno successivo. Sono 69.029 i nuovi alberi piantati nelle città capoluogo nel 2021. La grande maggioranza di queste nuove piantumazioni ha riguardato le aree metropolitane.
Quasi il 70% degli alberi di cui è stata dichiarata la messa a dimora nel 2021, pari a 48mila unità, è stata piantata in capoluoghi di città metropolitana. Il restante 30% invece in capoluoghi di provincia. Quasi due terzi del nuovo patrimonio arboreo ha trovato sede nelle città del nord-ovest. In particolare Milano, con 21.622 alberi piantati nel 2021 e Torino, con 20.832. Il capoluogo lombardo e quello piemontese insieme coprono il 60% delle nuove alberature messe a dimora nel corso di quell’anno. Al terzo posto Roma con 2.895 piantumazioni dichiarate per il 2021. Seguono Verona, con duemila nuovi alberi, Cagliari (1.690), Reggio Emilia (1.461), Modena (1.413), Forlì (1.200), Monza (1.183) e Trento (1.000). Nei capoluoghi italiani, in media, sono presenti 1,1 alberi per ogni residente con meno di 18 anni. Parliamo infatti di 2.966.307 alberi complessivamente conteggiati nel catasto delle alberature effettuato dalle città, a fronte dei circa 2,7 milioni di bambini e ragazzi che vivono nei capoluoghi.
Nella città di Taranto questo dato percentuale si abbassa, scende sotto la media nazionale. Nella città dell’Ilva, dei wind days, dell’inquinamento mortifero, della modernità che cozza con i diritti, a fronte di 29563 minori censiti presso l’ufficio anagrafe nel 2021 i nuovi alberi piantati sono stati 20517. Appena lo 0,69%. Modena, invece, è la città italiana con più alberi rispetto ai minori residenti. In quasi un capoluogo su 3 (32%) vi sono oltre 1,4 alberature per minore. Oltre ai 6 comuni già citati – tutti appartenenti all’Italia centro-settentrionale – tra le pochissime realtà del Mezzogiorno che rientrano in questa speciale classifica figurano: Cosenza e Oristano (attorno a quota 1,7) e Pescara e Lecce (entrambe a 1,4). Taranto, ripetiamo, è indietro. Molto indietro. Quando, per le ragioni che tutti conosciamo, avrebbe dovuto scalare la classifica.