Cesareo: “Dobbiamo provare a far destinare qui la Nave, proponendo un piano operativo sostenibile sotto tutti i profili”
“Mi inserisco nel dibattito sulla Portaerei Garibaldi che, dopo la dismissione, sarà trasformata in Museo del Mare con sede a Genova, invece che a Taranto così come tutti ci aspettavamo. Credo che non dobbiamo rassegnarci a questa idea e provare a far destinare qui la Nave, proponendo un piano operativo sostenibile sotto tutti i profili”.
Così il Presidente della Camera di commercio Brindisi-Taranto, Vincenzo Cesareo, che, in risposta alla questione e al dibattito animato che ne è seguito, ha avviato una serie di interlocuzioni istituzionali pubblico-privato per esplorare le possibilità di collocare la Garibaldi a Taranto.
“Ho sentito il Sindaco e sto studiando l’idea progettuale elaborata da Asset. Nave Garibaldi si inserirebbe efficacemente in una visione integrata di sviluppo turistico e culturale in ambito urbano e dobbiamo fare di tutto, quindi, perché ogni tassello utile a questo disegno complessivo non ci venga sottratto. – ha dichiarato Cesareo – Intendo appellarmi anche ai Ministeri competenti ed al Presidente del Consiglio affinché la strategicità di Taranto non sia solo uno slogan di facciata: ospitiamo l’Arsenale M.M. il cui ruolo storico e la cui funzionalità attuale sono indiscutibili, oltreché la Base Navale che da 20 anni rappresenta una delle più straordinarie iniziative militari nel nostro Paese dal dopoguerra”.
“È innegabile che, a fronte dei molteplici vantaggi offerti dalla presenza storica della Marina Militare a Taranto, vi sia però un’ampia porzione di territorio occlusa, spesso inutilizzata, con gran parte dell’estensione costiera occupata ed il waterfront e le isole caratterizzati militarmente. Oggi bisogna che qualcosa sia restituito, che torni pienamente nella fruizione pubblica”, rimarca Cesareo.
“Il cambiamento e la diversificazione delle attività economiche non si attuano certamente a parole, ma portando a termine iniziative finalizzate, dentro un piano chiaro e assistito economicamente. Ho parlato con diverse grandi imprese che sarebbero disposte a mettersi in gioco, offrendo il proprio supporto economico e sto scrivendo al Centro SEACS ‘Giuseppe Bono’ – che segue il progetto per trasformare la Nave in Museo – per invitarli a discuterne con noi la fattibilità ed a considerarne la realizzazione a Taranto. Anche il legame di questa città con Fincantieri è molto forte e, se riusciamo a concretizzare una proposta, c’è spazio per ragionare ancora”, conclude.