La Regione taglia i contributi, i parenti dovranno pagare 600 euro in più al mese
Le famiglie pugliesi con parenti ricoverati nelle Rsa si trovano a fronteggiare un drastico aumento delle rette mensili, passate da 900 a circa 1.500 euro. La questione è stata discussa oggi in Commissione Sanità, dove è stata decisa l’istituzione di un tavolo tecnico per affrontare l’emergenza.
“Per risolvere il problema serve soprattutto l’unità della politica regionale”, ha dichiarato Renato Perrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, evidenziando come la richiesta di audizione sia stata trasversale, coinvolgendo sia il centrodestra che il Movimento 5 Stelle.
Al centro della controversia c’è una sentenza del Consiglio di Stato dello scorso dicembre, che ha legittimato la decisione della Regione Puglia di modificare le quote di compartecipazione: il contributo del Servizio Sanitario Nazionale è stato ridotto dal 70% al 50%, lasciando alle famiglie l’onere del restante 50%.
La situazione si è ulteriormente aggravata quando, con la delibera 659/23, la Regione ha esteso questi aumenti anche ai pazienti ricoverati prima dell’ottobre 2022, che inizialmente erano stati esclusi dal provvedimento. Perrini ha sottolineato come molte famiglie stiano ricevendo “raccomandate e decreti ingiuntivi dai gestori per il versamento delle quote retroattive”.
“Mi impegnerò personalmente a interloquire con il Governo nazionale – ha assicurato il capogruppo di FdI – per venire incontro alle necessità delle famiglie pugliesi alle prese con questi problemi”. La situazione è particolarmente gravosa considerando che questi importi, riguardando vitto e alloggio, non possono essere portati in detrazione fiscale.