Intervista al commissario, Massimo Ferrarese. “Aspetterò un’altra settimana ancora per il nuovo progetto dello Iacovone, poi farò da me”. E sull’impianto del rione Salinella, l’idea è quella di avere uno stadio che ricalchi il modello inglese. Il più moderno di Puglia
Commissario, gira e rigira si torna sempre al punto di partenza. Sembra di assistere più al Gioco dell’oca che all’organizzazione dei prossimi Giochi del Mediterraneo. Tra Taranto e l’evento sportivo del giugno 2026 resta sospeso in mezzo, pericolante, il progetto del nuovo stadio.
“Si tratta di un’opera fondamentale, anche simbolica se volete. Diversa dalle altre. Credo sia naturale ricercare una dialettica quanto più ampia possibile sull’argomento”.
Risposta diplomatica. Da commissario perfettamente calato nel ruolo ricevuto in dote.
“Risposta che rientra nelle prerogative che la legge assegna ad commissario governativo per l’espletamento delle proprie funzioni. Né più, né meno”.
Sorpreso dalla conferenza stampa indetta dal sindaco Melucci nella giornata di ieri?
“Alla mia età, e per quante ne ho viste nel corso della mia ormai lunga vita, non mi sorprende più nulla. Aspetto che il sindaco di Taranto mi fornisca il nuovo progetto dello stadio Iacovone. Il progetto, ripeto. Con numeri, importi e cronoprogramma. E non una semplice lettera d’intenti. Solo dopo di allora esprimerò le mie considerazioni. Senza le carte dispensare giudizi rischia di divenire un mero esercizio retorico.
Quale progetto? Quello da 25 milioni di euro, realizzabile in 15 mesi? Con i lavori che dovrebbero partire agli inizi del prossimo anno?
“E’ quanto sostenuto da Melucci, se non sbaglio, nell’incontro tenuto ieri a Palazzo di Città con voi giornalisti”.
Oggi scade il termine che lei aveva fissato per il Dip, il documento d’indirizzo alla progettazione. Quanto altro tempo aspetterà ancora per il nuovo schema programmatico che ha, nel frattempo, stralciato la piastra commerciale e non sarà più finanziabile con la modalità della finanza di progetto?
“Un’ altra settimana al massimo, poi farò da me. Sono trascorsi già quattro anni, non possiamo permetterci ulteriori pause di riflessioni, il 2026 è dietro l’angolo. Entro i primi dieci giorni di ottobre andrà presentato al Governo il nuovo documento d’indirizzo strategico dei Giochi. Il masterplan per intenderci. Bisognerà correre, fare presto, se vogliamo arrivare preparati per l’avvio della manifestazione”.
Se trascorsa un’altra settimana non dovessero arrivare segnali concreti dalle parti di Palazzo di Città, quale soluzione le piacerebbe portare avanti per l’impianto del rione Salinella?
“La mia idea è quella di consegnare ai tarantini uno stadio che ricalchi il modello inglese. Un impianto da 24, 25 mila posti tutti a sedere. Interamente coperto e chiuso negli spazi attualmente lasciati aperti tra curva nord e gradinata e curva sud e gradinata. Con interventi di sostituzione degli anelli inferiori, che saranno completamente rifatti. Uno stadio nuovo, all’avanguardia. Il più moderno di Puglia”.
Si aspettava d’incontrare così tante difficoltà? Taranto è città complessa, nella quale troppo spesso il conflitto prevale sulla conciliazione.
Taranto è città bellissima, mediterranea anche nelle forti passioni che esprime e manifesta. Sono qui per fare bene, per regalare ai tarantini un sogno. Non mancheremo l’appuntamento con la Storia. Saranno dei grandi Giochi, statene certi”.