di Angelo Nasuto
É l’ora delle scelte per il Pd di Massafra. A poco più di un mese dalle Amministrative, i dem s’interrogano circa il proprio futuro
Il Partito Democratico di Massafra ancora non sa dove e come schierarsi? Tranquilli, è solo una questione di tempo. Per chi prenderà parte alla competizione elettorale, per chi è già dentro da protagonista o chi attende da semplice elettore o simpatizzante, è necessario infatti pazientare ancora due o tre giorni al massimo e poi potrà sapere se e come il PD massafrese scenderà in campo a misurarsi nella lotta all’ultimo voto, che sta entrando nel vivo; manca esattamente infatti solo un mese e mezzo alla domenica del primo turno delle urne, previsto per il 25 di maggio e poco più di dieci giorni alla consegne delle liste. Esattamente martedì prossimo, giorno15 di aprile, presso la sezione massafrese del circolo DEM si terrà l’ultima riunione organizzata per prendere la decisione ultima, che avrà comunque il suo peso.
In primis perché il partito della leader nazionale Elly Schlein è il maggiore raggruppamento partitico del centrosinistra, il cui destino elettorale ha dato il proprio contributo, nel bene e nel male, nella storia della successioni delle amministrazioni comunali massafresi degli ultimi anni. In tal senso, si deve considerare che il gruppo locale dei democratici è appena uscito da un 2024 difficile, dove è stato capace di dirimere le lotte intestine che non certo hanno fatto del bene al partito. Ed infine è ripartito con una buona propulsione, richiamando a raccolta tutte le anime degli iscritti, recuperando anche coloro che si erano momentaneamente allontanati ed infine votando per acclamazione il nuovo segretario cittadino nella persona di Lanfranco Rossi.
Il quale da esperto della politica ha avuto la pazienza di provare a tessere la tela rabberciata della coalizione di centrosinistra che risultava già molto sfilacciata, dopo lo strappo avvenuto a ottobre scorso maldigerito dai colleghi civici di amministrazione. Ci riferiamo alle firme dei consiglieri comunali, anche di maggioranza, che hanno fatto cadere la Giunta del Quarto bis.
Un esito, del resto, non del tutto inatteso, anzi assai probabile dopo i lunghi ed estenuanti mesi in cui il PD, pur avendo il pallino del gioco, non ha ricevuto il necessario sostegno della regia del primo cittadino, il quale non ha saputo fare sintesi tra le proprie aspirazioni al civismo, spesso prevalenti, e le esigenze di guida del maggior partito di centrosinistra. Perciò l’alleanza Quarto-PD delle scorse elezioni dell’autunno del 2021 si è dimostrata un boomerang, rivelandosi un’autentica forzatura.
Ora il partito sarà impegnato a sentire la base dei suoi iscritti per prendere la decisione finale: come schierarsi nell’imminente turno elettorale? E lo farà, provando a non ripetere le esperienze del recente passato, quando pur di non competere in maniera isolata, come accadde nel 2016 con un risultato modesto, si è voluto alleare con la compagine amministrativa, portandola alla vittoria senza però trovare la giusta intesa con l’ex sindaco in termini di leadership politica.
Sul tavolo di martedì comunque ipotizziamo tre opzioni: stare fermi e lasciare il proprio elettorato” libero”; o provare a comporre una buona lista col simbolo PD e con un candidato sindaco di un certo appeal. O ancora proporre l’alleanza con una coalizione già composta. Ma tra queste l’unica che sembra percorribile, per motivi politici, è quella del candidato sindaco Giancarla Zaccaro, la quale ha molti esponenti massafresi fuoriusciti dai partiti di centrodestra. Va bene che la coalizione è civica, ma può il PD unirsi ad un aggregazione proveniente dalla destra? Certo, se la lotta è all’ultimo voto, tutto può accadere.