A pochi giorni dal voto amministrativo, il dibattito nell’ex borgata sembra risentire poco di quanto accaduto con le indagini della DDA di Lecce. E una certa sinistra giustizialista sino all’altro ieri, si riscopre tutt’a un tratto garantista. L’ipocrisia può divenire essa stessa un’ideologia
A Statte la ‘questione morale’ ha smarrito la morale. Anzi, no: ha una doppia morale. Una morale di convenienza. Una morale usa e getta. Una morale da fast food. Con una doppiezza di fondo. E una duplice modalità d’azione. Quella da far valere per gli altri; quella da applicare a se stessi. Giustizialismo e garantismo divengono in questo modo categorie porose, malferme, interscambiabili a seconda delle necessità. Per una certa sinistra molto sinistra, una sinistra-aggettivo e non più semplicemente sostantivo, opaca e opacizzante, sono sempre gli altri ad essere brutti, sporchi e cattivi. Colpevoli, insomma, al di là dei tre gradi di giudizio fissati dalla nostra Costituzione. Mai quelli del campo amico. Mai i propri compagni: quelli di ieri, quelli di oggi. E’ una sinistra di matrice catto-comunista, poco liberale, parecchio conservatrice a ragionare in questi termini. A confondere l’utopia dell’avvenire con la distopia del tempo presente. A non aver letto Enrico Berlinguer che, quando pose il tema della ‘questione morale’ in una famosa intervista concessa ad Eugenio Scalfari, diversamente da quanto restituito da una certa pubblicistica poco imparziale, volle tirare in ballo il suo partito, chiamare alla responsabilità etica i suoi dirigenti, più di chiunque altri. A conferma di quanto sosteniamo c’è la campagna elettorale, che impazza in questi giorni, a certificare una prassi da sei in condotta.
Se il marziano di Flaiano, invece che a Roma giungesse all’improvviso nell’ex borgata di Taranto, sarebbe indotto in errore. Penserebbe che le prossime consultazioni amministrative rappresentino un passaggio ordinario, fisiologico. La curva necessaria da oltrepassare per guadagnare il rettilineo di una democrazia funzionante. Che a Statte, insomma, tutto fosse all’insegna della normalità. Che il sindaco non si fosse dimesso solo un paio di mesi fa, a fronte di un’inchiesta della DDA di Lecce. Che i reati ipotizzati non fossero così gravi come la Procura lascerebbe intendere. Roba da marziani, con il marziano, sempre quello di Flaiano, che lancerebbe un grido di paura e se ne tornerebbe in tutta fretta sul suo pianeta. La sinistra giustizialista, quella che ha costruito da Tangentopoli in poi le proprie fortune politiche soffiando sul fuoco delle indagini giudiziarie, che ha distribuito nell’ultimo quarto di secolo patenti di legittimità morale a chicchessia, si riscopre tutt’a un tratto garantista. Afona sulla rilevanza penale di certe condotte per mero calcolo ponderato. L’ipocrisia può divenire essa stessa un’ideologia quando, per dirla con le parole di Faulkner, non si fruga nella polvere.