di Maria D’Urso
Equilibri comunali in bilico in seguito agli esiti delle elezioni regionali. Animi accesi in casa dem
I panni sporchi si lavano in casa propria. A destra, almeno in pubblico, questa regola sembrerebbe valere ancora. A sinistra, invece, ci si divide ormai senza remore e senza filtri, soprattutto sui social. E non le manda a dire il consigliere comunale Vincenzo Di Gregorio, che esce allo scoperto per la seconda volta in meno di un mese, rispondendo con un commento al vetriolo al post del suo (in teoria) compagno di partito Mattia Giorno. Quest’ultimo, candidato come Di Gregorio al Consiglio regionale nelle fila del Partito Democratico, ammette la sconfitta spiegando di “un risultato diverso”, per poi virare su un mea culpa politico, attribuendo la responsabilità a una classe dirigente che non sarebbe all’altezza di un “territorio complesso come quello tarantino”. É qui che Di Gregorio interviene, sostenendo che le colpe derivino dall’arroganza personale — riferendosi prima di tutto a Giorno — a causa della quale la città avrebbe perso un candidato consigliere valido: ovvero lui stesso.
Da dove nasce tutto questo astio?
Al di là delle prese di posizione personali, delle simpatie e delle antipatie che ognuno ha diritto di nutrire — specialmente in gruppi così vasti — la diatriba affonderebbe le radici nel passato, culminando nelle scorse amministrative. Di Gregorio, in primis per una questione di esperienza, avrebbe dovuto essere il candidato sindaco del PD. Tuttavia, pare che nel partito ci fosse chi spingesse per la candidatura di Giorno e, non riuscendo a trovare una quadra, Michele Emiliano avrebbe deciso di virare su Bitetti, anche per via del ruolo focale che quest’ultimo ebbe nella caduta della precedente amministrazione. Una volta proclamato il sindaco di Taranto, le lotte interne in casa Dem sarebbero proseguite fino a sfociare in successivi accordi in vista delle regionali. Qui, infatti, sarebbe stato stabilito che qualora Mattia Giorno fosse stato eletto in Consiglio regionale, dimettendosi avrebbe ceduto il posto a Di Gregorio. Quest’ultimo, a sua volta, avrebbe permesso l’ingresso tra i banchi della maggioranza ad Alfredo Spalluto, attuale presidente di Kyma Ambiente. ⁸Potrebbe dunque essere possibile che la sconfitta di Giorno sia maturata proprio all’interno del PD: è infatti un dato oggettivo che più di qualcuno non lo abbia votato. E in attesa di capire gli ulteriori sviluppi, chissà che al prossimo Consiglio comunale, non accada qualche sorpresa.


