“La situazione richiede politiche e strategie mirate per le aree rurali, e l’adozione di nuove tipologie di intervento”
Confagricoltura Puglia chiede alla Regione di dichiarare lo stato di calamità naturale, a causa dell’emergenza che migliaia di agricoltori stanno vivendo, colpiti duramente dall’ondata di caldo eccezionale e dalla crisi idrica che affligge la regione.
“Le temperature estreme delle ultime settimane e le precipitazioni quasi inesistenti in diverse zone – evidenzia il presidente Luca Lazzàro – hanno messo in ginocchio le aziende agricole, che nonostante tutto continuano con grande responsabilità a rifornire i mercati. Però, se non si interviene prontamente, si rischia il collasso di numerose imprese già in forte difficoltà”.
Quest’anno, infatti, è stato significativo l’impatto che il caldo ha avuto sulle coltivazioni di grano che, sebbene di buona qualità, hanno subito una drastica riduzione in termini di quantità. Simili previsioni emergono per l’uva da vino e da tavola, con vendemmie anticipate e uve di qualità ma in quantità limitate.
La scarsità d’acqua ha influito anche sulla capacità del terreno di trattenere i liquidi, rendendo la terra impermeabile. Un fenomeno, aggravato da periodi di forte traspirazione, che aumenta il rischio idrogeologico, poiché l’acqua piovana scorre sulla superficie senza penetrare nel terreno.
“La situazione, oltre a misure emergenziali, – specifica il presidente di Confagricoltura Puglia – richiede un ripensamento dei modelli di pianificazione e governance, l’implementazione di politiche e strategie mirate per le aree rurali, e l’adozione di nuove tipologie di progettazione e intervento. È essenziale selezionare specie arboree idonee e sviluppare competenze professionali interdisciplinari, oltre a tecnologie innovative per la manutenzione del verde”.
“Dichiarare lo stato di emergenza è una misura necessaria ma temporanea. Per salvaguardare la produttività agricola a lungo termine, è fondamentale uscire dalla fase emergenziale e prevenire danni irreversibili alle coltivazioni. È imperativo investire nell’ammodernamento della rete idrica regionale, nel riuso dell’acqua e nella riduzione degli sprechi”, conclude Lazzàro.