Dura protesta dei sindacati contro i vertici di AdI ed AdI Energia. Alessandro Calabrese: “Dipendenti trattati come numeri”
Nuovo capitolo nella travagliata vicenda dell’ex Ilva di Taranto. Un grave danno strutturale all’impianto Afo1 ha costretto l’azienda ad ampliare la cassa integrazione per circa mille lavoratori, ma è scoppiata la polemica sulle modalità di gestione della vicenda. “L’atteggiamento aziendale nei confronti delle organizzazioni sindacali del comparto elettrico è gravissimo”, denuncia Alessandro Calabrese, segretario Ugl Taranto. La direzione ha infatti convocato solo i rappresentanti dei metalmeccanici, escludendo dal tavolo le altre sigle sindacali.
La situazione si è ulteriormente complicata quando i lavoratori hanno ricevuto la comunicazione della cassa integrazione tramite un semplice SMS. “Una modalità assurda e irrispettosa”, tuona il sindacato, che ricorda come pratiche simili fossero state duramente contestate alla precedente gestione. “In un contesto di cassa integrazione perenne per molti dipendenti – prosegue Calabrese – assistiamo contemporaneamente a premi di produzione e avanzamenti di carriera per pochi privilegiati, senza alcuna trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici”.
Particolarmente critica la posizione dei lavoratori di AdI Energia, esclusi dai tavoli di confronto nonostante l’esistenza di un accordo specifico sulla cassa integrazione firmato lo scorso 15 ottobre. Il sindacato denuncia inoltre l’anomalia di discussioni sull’applicazione del Ccnl Elettrici condotte senza il coinvolgimento dei rappresentanti di categoria.
“Chiediamo rispetto, trasparenza e un confronto vero – conclude il rappresentante Ugl – i lavoratori e le loro famiglie meritano risposte concrete, non silenzi o notifiche via telefono”.