di Francesca Leoci
Un metodo innovativo in grado di diagnosticare la malattia con una precisione superiore all’80%
Quando una persona viene colpita da patologie croniche come la demenza, la sua vita e quella dei suoi cari cambia drasticamente. Tuttavia, le diagnosi di queste malattie spesso arrivano quando i sintomi sono già avanzati, limitando l’efficacia dei trattamenti disponibili. Ma un nuovo studio potrebbe cambiare questo scenario.
Ricercatori della Queen Mary University di Londra hanno sviluppato un test sperimentale che potrebbe prevedere l’insorgenza della demenza, compreso il morbo di Alzheimer, molti anni – se non decenni – prima della diagnosi ufficiale. Questo test utilizza una tecnica di risonanza magnetica funzionale (fMRI) per analizzare le scansioni del cervello e misurare i cambiamenti nella “Default Mode Network” (DMN), la parte del cervello attiva quando si è a riposo e si pensa a sé stessa.
Lo studio ha analizzato le scansioni di oltre 1.100 persone della UK Biobank, rivelando come la DMN è collegata alle dieci regioni del cervello che costituiscono la rete di modalità predefinita, nonché la prima ad essere colpita dalla malattia di Alzheimer. I risultati hanno dimostrato che il modello può prevedere l’insorgenza della demenza fino a nove anni prima della diagnosi ufficiale, con un’accuratezza superiore all’80%.
Questo sorprendente passo avanti nella ricerca scientifica potrebbe permettere quindi, in un futuro non troppo lontano, di iniziare un trattamento precoce per rallentare o prevenire la malattia.