Il presidente Greco: “Nazionalizzazione e riconversione industriale le priorità. Lo stabilimento è strategico per la difesa europea”
“Lo stabilimento di Taranto non è solo un impianto industriale, ma un nodo strategico per il futuro del Paese”. Con queste parole Confapi Taranto lancia un forte appello alle istituzioni sulla questione Ex Ilva, denunciando l’immobilismo e le contraddizioni che caratterizzano la gestione della crisi.
Il presidente dell’associazione, Fabio Greco, evidenzia come dopo dieci anni la situazione sia ancora in una fase di stallo, con gravi ripercussioni su lavoro, salute e dignità del territorio. “È urgente che Governo, istituzioni e forze produttive traccino una direzione concreta per evitare di vanificare i sacrifici fatti e bloccare la crisi in corso”, afferma Greco.
Confapi critica in particolare la mancanza di trasparenza nella gara internazionale aperta da sei mesi e ancora senza esito, contestando anche la narrativa che lega la decarbonizzazione esclusivamente alla realizzazione della nave rigassificatrice. La proposta dell’associazione si articola su tre punti chiave: nazionalizzazione dello stabilimento con attivazione del Golden Power, utilizzo dei fondi europei ReArm Europe (800 miliardi) per la riconversione industriale, e valorizzazione di Taranto come polo strategico per la produzione di acciai speciali, inclusi quelli “balistici” per il settore difesa.
“Gli imprenditori sono pronti a fare la loro parte”, assicura Greco, che conclude con un monito: “Il tempo delle parole è finito. È il momento di agire per il futuro di Taranto e dell’intero sistema siderurgico nazionale”.