“La Corte è chiamata a rispondere alle domande sollevate dai giudici di Milano in merito alla legittimità di alcune norme della legislazione speciale “Salva Ilva”
La questione dell’ex Ilva all’attenzione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Nella giornata di ieri, infatti, la Cancelleria della stessa Corte ha notificato all’associazione Genitori Tarantini, tramite i legali Maurizio Rizzi Striano e Ascanio Amenduni, la decisione di trattare oralmente la causa nell’udienza fissata il prossimo 7 novembre 2023.
“La causa trae origine dal rinvio pregiudiziale da parte del Tribunale di Milano al quale ci eravamo rivolti chiedendo la chiusura ovvero il fermo degli impianti dell’area a caldo dell’acciaieria tarantina. – spiegano in una nota gli attivisti – La Corte è chiamata a rispondere alle domande sollevate dai giudici di Milano concernenti la legittimità di alcune norme della legislazione speciale “Salva ILVA”.
Più precisamente “se siano legittime le plurime proroghe concesse per l’adeguamento degli impianti secondo le prescrizioni dettate nel lontano 2012 dall’AIA (autorizzazione integrata ambientale); se sia legittimo rilasciare l’autorizzazione senza il previo svolgimento della procedura di valutazione del danno sanitario; se sia legittimo che non si tengano in conto tutte le sostanze tossiche emesse dagli impianti, bensì solo alcune di esse”. “Se la Corte riterrà sussistere la violazione del diritto comunitario, il Tribunale di Milano avrà tutti gli elementi per pronunciarsi sulla chiusura o sul fermo degli impianti. – aggiungono Genitori Tarantini – . La decisione di tenere una udienza di discussione orale della causa, in accoglimento dell’istanza avanzata dai nostri avvocati, denota l’attenzione che la Corte di Lussemburgo ha attribuito al caso. Infatti solo per le cause complesse ed importanti la Corte dispone la trattazione orale”.
“Confidiamo che la massima autorità giurisdizionale europea – concludono – renda finalmente giustizia ed apra il percorso che porrà fine alla violazione dei diritti umani dei Tarantini”.