Il sindaco di Taranto riafferma l’importanza di apportare alcuni correttivi al decreto legge che introduce l’amministrazione straordinaria nello stabilimento tarantino, in particolare riguardo alla salvaguardia di tutti i crediti vantati dall’indotto
“Ringrazio il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che ha inteso aggiornarmi sullo stato dei lavori riferibili alle sorti dello stabilimento siderurgico. A lui e al Governo, quando ci verrà dato modo di sederci ad un tavolo di discussione più formale, forniremo tutto il supporto possibile nell’interesse esclusivo della comunità ionica”.
Così il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, a proposito delle ultime vicende sul siderurgico tarantino.
“E muovendo da questi principi – continua il primo cittadino – al signor Ministro ho sottolineato che resteremo molto preoccupati finché non potremo osservare che, nella fase della conversione in legge al Parlamento del decreto-legge che introduce l’Amministrazione Straordinaria di Acciaierie d’Italia, non siano posti i correttivi essenziali per la tenuta socio-economica della nostra comunità e del sistema di imprese locali, come delle priorità connesse al tipo di piano industriale, con le sue implicazioni ambientali e sanitarie”.
“Intendo dire – spiega Melucci – più nello specifico, che bisogna assicurare in deroga alla norma di carattere generale la salvaguardia di tutti i crediti correnti vantati dall’indotto tarantino, oltre a una garanzia su qualche forma di recupero o cartolarizzazione dei cospicui crediti pregressi. Situazioni, a mia memoria, già assicurate alla transizione di altri siti, come Piombino”.
“Ugualmente – continua il sindaco di Taranto – se all’Amministrazione Straordinaria non verrà dato un forte e chiaro mandato per la sottoscrizione di un accordo di programma che abbia al suo cuore l’obiettivo del fermo definitivo ed in breve volgere di tempo delle fonti inquinanti, con la previsione dunque del cambio radicale delle tecnologie produttive, non potremo che dirci insoddisfatti e scettici sull’orizzonte della intera filiera.
“Possiamo occuparci tutti insieme – conclude Melucci – dell’interesse strategico nazionale solo dopo che si saranno evitati altri abusi e altre ferite alla comunità ionica, ormai allo stremo”.