L’associazione evidenzia sei criticità nell’attuale gestione della crisi: dai dati nascosti sull’occupazione fino all’assenza di valutazioni sanitarie aggiornate
Intervenendo alla Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Puglia in merito alla crisi dell’ex Ilva di Taranto, il presidente di PeaceLink, Alessandro Marescotti, ha denunciato una “contraddizione ingiustificabile” tra gli impegni pubblici e i documenti ufficiali. “Mentre si parla di decarbonizzazione nei comunicati e negli accordi di programma, nell’Autorizzazione Integrata Ambientale – l’unico atto vincolante a livello europeo – questa decarbonizzazione non c’è”, ha dichiarato Marescotti, sottolineando come l’Aia preveda invece “la riattivazione degli altoforni spenti e l’efficientamento delle cokerie”.
Sul fronte occupazionale, l’associazione ha rivelato dati finora poco noti: “Un forno elettrico da 2 milioni di tonnellate annue impiega solo 110 addetti, mentre un impianto Dri di preridotto con automazione spinta ne richiede appena 60”. Secondo Marescotti, “questi dati sono noti all’industria ma vengono tenuti nascosti a Taranto”.
Preoccupazione anche per la mancata pubblicità dei pareri dell’Istituto Superiore di Sanità, che evidenzierebbero “incongruenze e sottostime nella Valutazione di Impatto Ambientale di Acciaierie d’Italia”. L’associazione denuncia inoltre l’assenza di valutazioni sull’impatto sanitario della decarbonizzazione e sui conteggi delle emissioni di CO₂.
Critiche vengono mosse anche al presidente della Regione Michele Emiliano per non aver aggiornato lo studio epidemiologico Forastiere. “Senza questo aggiornamento”, ha affermato Marescotti, “non sappiamo quanti morti siano stati provocati dai decreti cosiddetti ‘Salva Ilva’ né qual è la situazione sanitaria attuale a Taranto”. Particolarmente allarmanti i dati sulla salute dei lavoratori: “Secondo l’Inail, nel periodo 2024-2025 ben 107 lavoratori hanno ricevuto una diagnosi di tumore in soli 18 mesi, più di uno alla settimana”, ha evidenziato il presidente di PeaceLink.
L’associazione chiede quindi alla Regione Puglia di non dare il consenso all’attuale Aia: “Non accettate che vi siano due verità, una pro-carbone scritta nell’Aia e una per la decarbonizzazione scritta nei discorsi politici. Questo è un inganno. Taranto e la Puglia meritano un futuro diverso: pulito, giusto e trasparente”.