domenica 3 Dicembre 23

Ex Ilva, Usb: “Arcelor Mittal è il problema, non la soluzione”

Il sindacato comunica di non avere alcuna aspettativa positiva in merito all’esito della riunione dei soci di Acciaierie d’Italia, che si terrà il 23 novembre

“L’Unione Sindacale di Base, a differenza di altri, non si fa alcuna aspettativa sulle decisioni che verranno assunte nell’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia. Anzi vogliamo essere chiari nel dire che ci aspettiamo il peggior scenario possibile. Ci rifiutiamo di sottostare a questo ennesimo passaggio liturgico, che non può che essere deludente”.

Così Usb in una nota ufficiale esplicita le aspettative del del sindacato in merito all’assemblea dei soci di AdI, che si terrà giovedì 23 novembre.

Come abbiamo più volte ribadito – si legge – nulla ci aspettiamo da chi non ha mai dimostrato di meritare credibilità e fiducia e continuiamo a ripetere che Arcelor Mittal deve andare via. Non ci sono alternative! E’ ridicolo  temporeggiare ancora , è ridicolo soprattutto che a farlo sia il Governo che, dopo aver garantito  nuovamente lo scudo penale  e dopo avere regalato risorse  pubbliche (tante), pensa di mettere ancora una volta alla prova Arcelor Mittal, come se non avesse ancora avuto tutte le dimostrazioni possibili  della sua mancanza di volontà e di capacità di gestire lo stabilimento siderurgico“.

Per Usb a fronte di miliardi  di euro che il Governo “si appresta a regalare alla multinazionale, basterebbe mettere sul piatto 400 milioni per andare incontro  alle esigenze dei lavoratori,  prendendo in considerazione finalmente la piattaforma di proposte da noi confezionata,  che oltre al rilancio dello stabilimento e la decarbonizzazione contempla gli esodi incentivati,  il riconoscimento  di   amianto  e lavoro usurante, l’ integrazione al reddito riparametrata e adeguata all’inflazione reale, oltreché ovviamente garanzie occupazionali  per tutti i lavoratori.   Questi sono tutti passaggi obbligati perché possano essere messi davvero in sicurezza  i lavoratori e la comunità, che sono le uniche vere vittime di questa storia infinita”.

L’Unione sindacale di base ritiene che non debba essere un problema, per il ministro Fitto, individuare queste risorse, specie se “in un battito di ciglia è riuscito a trovare quasi 5 miliardi di euro, continuando a drenare soldi nella casse di una multinazionale straniera che è stata capace solo di produrre danni, nuove incertezze e la quasi totale fermata  della fabbrica”.

Il sindacato conclude dichiarando di prepararsi “a rilanciare la nostra iniziativa, che non potrà che essere forte e rappresentativa della rabbia di intere comunità da Genova a Taranto”.

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