“El feudo amarillo” diventerebbe, nel nostro caso, un grande latifondo colorato di rosso e di blu. Uno stadio moderno. Europeo. Con circa 23 mila posti tutti a sedere. Da consegnare alla città, e ai suoi tifosi, prima che i Giochi del Mediterraneo abbiano inizio e non dopo
Il nuovo Iacovone come l’Estadio de la Ceràmica di Villarreal in Spagna? Un impianto da 23500 posti, tutto coperto. Rivestito all’esterno con una sorta di cover rigorosamente gialla, i colori della locale squadra di calcio. “El feudo amarillo” come lo chiamano le popolazioni locali, nel nostro caso, diventerebbe un grande latifondo colorato di rosso e di blu. Il rosso dei tramonti di Taranto, i più belli del mondo. Il rosso della pregiatissima porpora lavorata in antichità a queste latitudini. Il blu del nostro mare caraibico. Il rosso e il blu, assieme, mano nella mano, uniti da una passione calcistica vissuta come religione civile.
Questa potrebbe essere la soluzione che ci tiri fuori dal vicolo cieco nel quale ci siamo cacciati. La novità che, forse, chissà, vedremo, potrebbe essere adottata dal commissario Ferrarese per i Giochi del Mediterraneo. Uno stadio moderno. Europeo. Da costruire con un esborso economico inferiore a quello ipotizzato mediante la procedura della finanza di progetto, che tanto aveva fatto innamorare gli amministratori comunali. E, soprattutto, realizzabile prima che i Giochi abbiano inizio e non dopo come si rischiava – e si rischia ancora – di fare. Cioè: di non fare.
Lo stadio del Villarreal, pensate, dispone di ogni tipo di comfort per i tifosi che richiedono servizi esclusivi per seguire le partite casalinghe della loro squadra. Per questi sostenitori l’impianto calcistico mette a disposizione trenta Casals Grocs, piccoli alloggi con aria condizionata, TV con la trasmissione della partita in diretta, servizi di catering, poltrone singole e accesso indipendente dalla gradinata sud con tre ascensori ad alta velocità e un parcheggio per ogni alloggio. Dei 30 alloggi, 2 di questi hanno una capienza di 12 persone, altri 23 possono ospitare 16 tifosi e gli ultimi 5 ben 20 tifosi ciascuno.
Roba da” Ritorno al futuro”, da film immaginifico, per come siamo messi noi. La Spagna, l’arretrata Spagna di sino a qualche anno fa, il Paese che conquistò la democrazia solo sul finire degli anni ’70 del secolo scorso, è oggi anni luce davanti a noi. Non solo per gli stadi; è l’intero sistema infrastrutturale ad essere molto più competitivo rispetto alle chiacchiere e distintivo che attraversano il Belpaese. Ma questa è un’altra storia. C’è sempre un’altra storia nelle storie italiane. Per adesso, però, si pensi al nuovo Iacovone. Da realizzare, forse, chissà, vedremo, a ritmo di flamenco…