di Rosa Surico
Addio al sassofonista che suonava per gli ultimi del mondo, a ritmo di jazz e di anima
È nato un bambino. La mamma lo chiama Gaetano
Quello fu il fatto, era nero.
Figlio di un soldato afroamericano che dopo due anni se ne torna in America, e di Anna Senese, giovane ragazza del quartiere di Miano,a Napoli, tra due zone segnate dalle difficoltà sociali,quelle di Scampia e di Secondigliano. Porta il cognome del nonno materno con il quale crescerà e che sarà una figura di riferimento nella sua infanzia.
Ma lo peseudonimo che si sceglierà contemplerà il nome di colui che gli aveva trasmesso la metà, quella nera del suo DNA, il padre, James Smith, uno di quei militari nel 1943 impegnati nella liberazione della Città nella Seconda Guerra Mondiale.
I frutti di quell ‘albero che gli aveva dato le radici, non tardarono a manifestarsi nella sua vita. Profetica una canzone americana ascoltata al Juke box.
Era tutte e due, napoletano e afroamericano:
“Non sapevo chi fossi, poi ho capito: sono entrambi. Sono il suono di due mondi. Mi chiamavano “’o nir”, e pensavano fosse un insulto. Io l’ho trasformato in orgoglio, in ritmo, in vita, essere nero, per me, è portare dentro una storia di dolore e di luce. Io sono un nero napoletano…Sono figlio del sangue e del mare.”
Inizia a suonare il sassofono da bambino fino a diventare come lui stesso si definiva, a metà,tra il bronx americano e Napoli, un “nero a metà”. Ideatore di un stile tutto suo, padre del ” Neapolitan Sound” e che in America gli ha dato il prestigioso riconoscimento di “Brother in soul”.
Compositore, attore, artista. Uomo che mai ha dimenticato le sue radici in una terra difficile ma che gli ha anche dato le ali per scacciare la “Malasorte”. Quella che a Napoli senza “mala” può essere anche fortuna, è quasi personificata, a Sciort, la sorte. É anche uno dei suoi brani del 1994 con i Napoli Centrale:
“Malasorte, va’, vattenne!Levate annanz’ ‘o sole Io t’aggio aperta ‘a porta e io mo… te caccio fora!”
“Malasorte, vai vattene! Togliti davanti al Sole,io ho aperto la porta e io ora ti caccio fuori“
Fu fondatore anche di un altro gruppo quello dei “Showmen”. Famose le collaborazioni con altri artisti in Italia e in tutto il mondo. A Napoli il suo nome sarà sempre legato a quello di Pino Daniele come sassofonista nella sua band.
Diverse anche le sue ospitate in Puglia. La scorsa estate,James Senese si è esibito a Crispiano il 13 luglio 2025, durante il Live EVO Festival presso l’OSHA Experience (ex Quis ut Deus). Ha portato sul palco il suo album “Chesta nun è ‘a terra mia”.
È morto oggi in seguito a una polmonite all’ età di 80 anni.
I suoi funerali si svolgeranno nella storica parrocchia di Santa Maria dell’ Arco a Miano, il quartiere che lo vide nascere in quegli anni difficili. Anche In altri quartieri di Napoli ,come fossero echi di tamburo, di “Tammurriata nera” da un vico a un altro,si spargeva la voce della nascita di bambini neri.
Qui nacque un bambino nero, “nero a metà” figlio di un amore “impossibile” tra due giovani, un afroamericano e una napoletana.
Nacque la leggenda del sax James Senese.
credit foto pagina Fb James Senese JNC


