di Francesca Leoci
“Il cibo italiano verrà distrutto dalle grandi industrie alimentari”, avverte l’esperto inglese Chris van Tulleken. Dipendenza da alimenti ultra processati e scarso valore nutrizionale come causa diretta delle patologie più diffuse
Così deliziosi da non poterne fare a meno. È questa la sensazione a cui l’industria alimentare mira per avere attorno a sé voraci consumatori, mai sazi, sempre più affamati. L’aspetto peggiore è che i cibi ultra processati – genericamente noti come “junk food” – non sono altro che emulsioni di agenti chimici, conservanti, coloranti e aromi, affiancati da grassi e zucchero in eccesso: la ricetta perfetta per guidare la popolazione verso malattie croniche.
No, l’industria alimentare non ha a cuore la salute delle persone, ma i propri profitti. Assuefatti dal vortice di fame perpetua, molti vengono spinti verso un consumo sempre maggiore. Non solo il cibo viene consumato in eccesso, ma esso contiene sostanze dannose come i grassi saturi e additivi capaci di alterare il microbioma, mentre mancano i nutrienti essenziali. A presentare un quadro realistico della società odierna è Chris van Tulleken, medico e scienziato inglese, che da anni ormai studia ciò che mangiamo.

La spiegazione scientifica dietro la dipendenza da cibi ultra processati
Vi siete mai chiesti perché, pur sapendo che il cibo spazzatura è dannoso per la nostra salute, fatichiamo così tanto a resistere alla tentazione di mangiarlo? La risposta è più complessa di quanto si possa pensare e ha radici profonde nel nostro cervello.

Pensate al nostro cervello come a una macchina programmata per farci stare bene e cercate tutto ciò che ci procura piacere. Quando mangiamo qualcosa di particolarmente gustoso, come un hamburger o una pizza, il nostro cervello rilascia una sostanza chiamata dopamina, che potremmo definire come il “messaggero del piacere”. Un meccanismo assolutamente naturale che ci spinge a mangiare quando abbiamo fame, a bere quando abbiamo sete, a cercare compagnia quando ci sentiamo soli. Tuttavia, il problema nasce quando questo sistema incontra il cibo spazzatura, ricco di ingredienti artificiali come zuccheri raffinati e grassi processati.
Questi alimenti sono stati progettati per essere super-appetitosi e causano un rilascio di dopamina molto più intenso rispetto ai cibi naturali. Di conseguenza, iniziamo a preferirli ai cibi naturali e sani, proprio come se fossimo “dipendenti” da quella sensazione di piacere intenso che ci procurano. Ecco perché è così difficile dire di no a una patatina fritta o a un dolcetto: diventa una specie di circolo vizioso, per cui più mangiamo cibo spazzatura, più il nostro cervello ne vuole ancora.
Il rapporto con il cibo spazzatura in Italia
Se è vero che in nazioni come il Regno Unito il cibo ultra processato arriva a coprire mediamente il 60% delle calorie ingerite (con gravi ripercussioni sulla salute), in Italia la situazione appare migliore, ma non di certo meno preoccupante. Nel nostro Paese, gli alimenti ultra processati coprono attualmente il 25% delle calorie: ma il peggio è ancora dietro l’angolo.
Un’alimentazione di questo genere si allontana drasticamente dalla famigerata dieta mediterranea (ne parliamo in questo articolo). Non si tratta più, quindi, di sano nutrimento, ma di accondiscendenza verso le strategie delle industrie alimentari, che mirano a creare prodotti capaci di generare dipendenza nei consumatori. Alla base di questa tendenza c’è l’impiego di ingredienti economici, scelti per massimizzare i profitti, spesso con la complicità di scienziati che collaborano con l’industria.
“Il mio fine egoistico è salvare la cucina italiana, che amo. So che gli italiani lo vogliono. Ma il cibo italiano verrà distrutto dalle grandi industrie alimentari”, dichiara van Tulleken a La Repubblica.
Carenza nutrizionale e rischi per la salute

Non solo il cibo viene consumato in eccesso, ma contiene sostanze dannose come i grassi saturi e additivi, mentre mancano i nutrienti essenziali, nonché proteine, fibre, vitamine e minerali. Insomma, calorie vuote ma altamente appetibili. Il problema principale del junk food risiede infatti nel suo basso valore nutrizionale: ciò ci induce a consumare di più per raggiungere il fabbisogno giornaliero di questi nutrimenti. Le proteine, in particolare, sono un nutrimento fondamentale per i muscoli (anche il cuore).

L’alimentazione scorretta rappresenta oggi – insieme al tabacco – una delle principali cause di morte prematura. Questo tipo di alimentazione, può provocare numerose patologie tra cui cancro, malattie metaboliche, demenza e obesità. Studi recenti, inoltre, suggeriscono che una dieta ricca di junk food può influenzare negativamente anche la salute mentale, contribuendo a disturbi come depressione e ansia.
È proprio la forte domanda di proteine del corpo, e la mancanza di questo macronutriente negli alimenti altamente trasformati e raffinati, il fattore chiave del consumo eccessivo di calorie e dell’obesità. Per assumerle tutte, sarebbe invece necessario variare le fonti alimentari, includendo nella dieta carne magra, legumi, cereali antichi, latte, pesce, uova, frutta secca e semi.