Alla luce delle numerose criticità che affliggono il capoluogo ionico e dello “stato confusionale” della maggioranza consiliare, per il coordinatore cittadino e consigliere nazionale di “Noi Moderati”, Pierfilippo Marcoleoni, l’unica soluzione è mandare a casa “Melucci e il suo cerchio magico”
“E’ una maggioranza in evidente stato confusionale, quella che regge le sorti del comune di Taranto. Con un sindaco divenuto, all’improvviso, un apolide politico. E stracciata la tessera del Pd, non si comprende bene verso quali lidi intenda orientarsi. C’è chi lo dà in avvicinamento a Renzi, chi a Fitto, altri lo vedono incline nell’abbracciare un indistinto centro dell’agone politico. Alla fine, quello che intenderà fare sono affari suoi. Sono affari nostri, invece, di tutti i cittadini di Taranto, le risultanze amministrative di una cattiva gestione della cosa pubblica”.
Queste le parole con cui Pierfilippo Marcoleoni, coordinatore cittadino di Taranto e consigliere nazionale di “Noi Moderati, ha commentato l’abbandono del Pd da parte del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci.
“Lo abbiamo denunciato più e più volte – afferma Marcoleoni – Taranto è una città allo sbando; senza alcun capo, del tutto sprovvista di una coda. Una città sporca, con livelli di raccolta differenziata tra i più bassi d’Italia. Una città, la cui pressione tributaria, raggiunge livelli oltremodo penalizzanti. Per le famiglie al pari che per le imprese. Taranto vive l’agonia dell’ex Ilva senza la possibilità di aver costruito – e ipotizzato – un modello di sviluppo alternativo alla monocultura dell’acciaio: tanto negli anni passati quanto in quelli più recenti. E’ vittima sacrificale dell’improvvisazione, e delle variabili della storia, in relazione ad un inverno demografico che, qualora non dovesse essere arrestato con politiche specifiche e di settore, potrebbe segnare la fine anticipata di questa comunità. Sembra essere assoggettata sempre più a poche figure economiche che, nei fatti, hanno reso la partecipazione alla vita produttiva di questa comunità limitata e limitante al tempo stesso”.
Per il coordinatore cittadino di “Noi Moderati”, insomma, la politica a Taranto è “più vicina ad un oligopolio che ad una democrazia realmente funzionante. Se non ci fosse stato il commissario, a quest’ora avrebbe già perso l’organizzazione dei prossimi Giochi del Mediterraneo. Predilige le staffette e gli staffisti alla dialettica politica. Il trasformismo di gruppi consiliari che si sfaldano – e trasformano – alla velocità della luce ad un coerente procedere per le buone prassi amministrative”.
“Taranto con Melucci, e con il suo cerchio magico, rischia di eclissarsi – conclude Marcoleoni – Tornare alle urne, per come si è messi ormai, sarebbe l’unica possibilità praticabile. Ma bisogna fare presto“.