di Angelo Nasuto
Il Presidente dell’Università Popolare Gravine Joniche lancia un appello alla prossima amministrazione comunale
Un nuovo appello, per il bene di Massafra, che assomiglia però ad una vera e propria denuncia. È il Presidente dell’Università Popolare Gravine Joniche (UPGJ) don Michele Quaranta, parroco della chiesa di San Leopoldo che nei giorni scorsi ha lanciato i suoi strali per denunciare alcune criticità presenti da troppo tempo nella Tebaide.
Il prelato in questa settimana ha accolto nella bella cittadina tarantina alcuni docenti provenienti da diversi paesi europei, per il progetto Erasmus sostenuto dalla suddetta Università da lui presieduta. Ma in questo lodevole tentativo di promuovere un’accoglienza di un certo rilievo, facendo apprezzare le nostre tante bellezze architettoniche e paesaggistiche, il Presidente UPGJ si è spesso imbattuto in immagini e vicoli esposti al degrado urbano, passeggiando soprattutto per le vie del centro storico. E allora, al posto del sapiente orgoglio di chi è consapevole di far conoscere a diverse genti il proprio paese, subentra un sentimento di vergogna che tradisce la realtà che vuole Massafra un importante centro reso celebre come culla della cultura per tanti aspetti artistici, storici e architettonici. E così i massafresi non hanno il piacere di poter ospitare con serenità e trasporto campanilistico molti docenti, ben ventiquattro, provenienti da diversi paesi dell’Unione Europea: dalla Grecia, da Cipro, dalla Romania, dalla Lituania, dalla Croazia e dalla Turchia.
In questo impegno che si concretizza come uno scambio a tutti gli effetti, gli ospiti dovrebbero visitare il nostro territorio per apprezzarne il patrimonio paesaggistico e culturale. Ed invece Don Michele ha affermato che per lui è stato davvero arduo e imbarazzante camminare con i suoi colleghi stranieri in pieno centro urbano, bypassando aree degradate e abbandonate, esempio purtroppo lampante di una trascuratezza che la città suo malgrado esibisce da tempo. In tal senso il caso più emblematico riguarda lo spazio antistante e le scale, stracolme di rifiuti e di sudice erbacce, che portano all’ingresso della chiesa di Sant’Agostino, opera architettonica di tutto rispetto situata in una zona decentrata e al momento interessata da alcuni lavori. Su cui però permane lo stallo e l’incertezza, sopraggiunte per inefficienza e insipienza nel triennio della precedente amministrazione, che comunque ha lasciato il governo della città per la caduta della Giunta e del Consiglio Comunale,la cui maggioranza di consiglieri ad ottobre scorso firmò le proprie dimissioni.
Per non farsi mancare nulla l’arredo urbano massafrese completa il suo quadro avvilente mostrando un manto stradale pieno di voragini e piccoli crateri, da scansare prontamente per i novelli turisti, per non sprofondare nelle pozzanghere d’acqua e fango che la pioggia di questi giorni ha alimentato. Don Michele Quaranta ha concluso il suo j’accuse, sperando che nei prossimi giorni, le visite a Martina Franca, Locorotondo, Alberobello e Matera rinfrancheranno lo sguardo dei docenti, riconciliandoli con la bellezza e il decoro.
Al di là della consapevolezza dei tanti esempi nei paesi limitrofi di civiltà e ambiente curato, il che rappresenta l’ennesima delusione per i massafresi sani e di buoni principi, questa denuncia del sacerdote, nonché professore di liceo, si traduce in un implicito ma comunque accorato invito per i futuri amministratori di imminente elezione. A qualche settimana dal voto appare urgente per il prossimo sindaco intraprendere azioni concrete, volte a sensibilizzare i cittadini al vivere civile per ridare finalmente decoro a Massafra.