di Francesca Leoci
La Fondazione Mach studia l’utilizzo di briofite per produrre su larga scala principi attivi naturali destinati all’ambito cosmetico e medico
Quando si dice che in natura è possibile trovare di tutto, è proprio vero. Anche per gli amanti della bellezza e del benessere personale arriva un’ottima notizia, ovvero la possibilità di utilizzare prodotti di cosmesi (e non solo) a base naturale.
È quanto emerge da un recente studio della Fondazione Mach con il progetto Bryomolecules – a cui partecipa anche il consorzio HIT e finanziato dall’Unione Europea – che si basa essenzialmente sull’utilizzo di antiche piante selvatiche per la produzione su larga scala di nuovi principi attivi naturali destinati ai cosmetici, ma anche ai farmaci.
Attraverso l’analisi di diverse specie di briofite, il progetto mira ad identificare i geni coinvolti nella produzione di composti attivi, con l’intento di generare quantità sufficienti per condurre esperimenti sulla loro efficacia in ambito cosmetico e medico. Inoltre, per la prima volta, saranno raccolti dati dettagliati sulle sostanze presenti in ciascuna specie vegetale, favorendo così lo sviluppo di nuovi prodotti naturali.
Un ulteriore vantaggio è rappresentato dalla possibilità di sfruttare in modo sostenibile la diversità chimica delle piante selvatiche, senza compromettere la loro biodiversità. Le aziende europee potranno così accedere a principi attivi locali, semplificando la produzione di nuovi composti naturali a costi contenuti.
Le piante coinvolte appartengono al gruppo delle briofite, che comprende muschi ed epatiche, quest’ultime così chiamate per la loro forma simile a un fegato. Il progetto si sviluppa in diverse fasi, dalla raccolta e coltivazione delle briofite, all’analisi genetica e del contenuto di composti bioattivi, fino all’identificazione di quelli con maggiore attività. È previsto anche un documentario e un sito web per comunicare i risultati a un pubblico specializzato e non.
“Questa ricerca mette in luce il potenziale delle briofite nel promuovere una nuova generazione di prodotti cosmetici e farmaceutici di alta qualità, realizzati con responsabilità e rispetto per l’ambiente”, dichiara Claudio Varotto, responsabile del progetto e dell’Unità di Ricerca Fem Ecogenomica.