di Francesca Leoci
I pugliesi spendono in media 2.500 euro all’anno in scommesse online. Picco di 6.500 euro a Martina Franca
Il rapporto tra i pugliesi e il gioco d’azzardo online assume sempre più i contorni di un’emergenza sociale. Secondo l’ultimo report “Non così piccoli: l’azzardo online nei piccoli comuni italiani”, realizzato da Cgil e Federconsumatori, la situazione in Puglia ha raggiunto livelli allarmanti, con una spesa media pro capite che sfiora i 2.500 euro annui, ben al di sopra della media nazionale di 1.600 euro.
Le città più colpite
Il fenomeno colpisce con particolare intensità alcune aree della regione. Martina Franca detiene il triste primato regionale, con una spesa pro capite che nel 2023 ha raggiunto quasi 6.500 euro per ogni cittadino tra i 18 e i 74 anni. Numeri che fanno riflettere anche per altri comuni: a Pulsano, nel tarantino, si sfiorano i 4.000 euro, mentre a Lecce, Squinzano e Cavallino si toccano i 5.000 euro pro capite. Nardò segue con 4.087 euro.

Cosa c’è alla base della dipendenza dal gioco?
Ma cosa spinge le persone a dare vita a questa relazione tossica con i sistemi di scommesse online? In poche parole, la vincita in cambio del gioco, una ricompensa per il giocatore che non riesce a farne a meno. “Una vera e propria trappola mentale in cui anche le inevitabili perdite vengono compensate psicologicamente da vincite occasionali. – Spiega lo psicologo e psicoterapeuta Armando De Vincentiis – Col tempo non è più il denaro vinto a creare gratificazione, ma la vincita in sé a garantire quella ‘botta dopaminergica’ tipica di ogni dipendenza”.
La trappola della povertà
Particolarmente inquietante è la correlazione, evidenziata dal report, tra povertà e propensione al gioco. “Non possiamo stabilire un rapporto causa-effetto preciso – continua De Vincentiis – ma i dati suggeriscono che dove ci sono meno possibilità economiche, come nel tarantino caratterizzato da lavoro precario e disoccupazione, aumenta la necessità di cercare un miglioramento della propria condizione attraverso la via apparentemente più facile: il gioco.”

Ad aggravare il quadro, a livello nazionale nel 2023 gli italiani hanno speso complessivamente 150 miliardi di euro per il gioco d’azzardo, fisico e online, una cifra equivalente alla spesa alimentare dell’intero paese. Un dato che fa riflettere, soprattutto considerando che il 42% dei giovani tra i 14 e i 19 anni ha già sperimentato il gioco d’azzardo, nonostante sia vietato ai minorenni.
Come arginare l’emergenza?
Di fronte a questa situazione, le istituzioni iniziano a mobilitarsi. A Martina Franca, ad esempio, le commissioni consiliari stanno lavorando per regolamentare la presenza del gioco d’azzardo sul territorio, segno di una crescente preoccupazione per una piaga che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti.
“È possibile curare la ludopatia – assicura il dottor De Vincentiis – anche se la terapia non è affatto semplice. Esistono protocolli che prevedono, almeno nelle fasi iniziali, la creazione di una dipendenza positiva verso un terapeuta o una comunità, per eliminare la possibilità che il paziente metta a repentaglio la propria situazione economica e, di conseguenza, la propria vita privata e familiare.”