di Rosa Surico
Goethe, Morin, Saramago, de Saint-Exupéry. Può una canzone illuminarci così!? Francesco, rispondici o continua solo a cantare
“Santa Lucia, non l’ avevo vista!” La frase che pronunciava spesso la madre del cantautore romano è il filo conduttore di tutto il testo. Un modo di dire delle madri, delle nonne quando qualcosa è sotto gli occhi, ma invisibile. Non un brano di dedica alla Santa siciliana celebrata il 13 dicembre, ma solo d’ ispirazione.
La canzone contenuta nel disco Bufalo Bill,
fu scritta in un autogrill nel 1976. Lucio Dalla l’ acquistò subito in preda all’ emozione di averla ascoltata per la prima volta.
Il cantautore criptico romano, il poeta delle sinestesie e delle metafore,o semplicemente l’ artista come gli piace definirsi, spazia dalla musica popolare, al rock, in una lunghissima carriera di successi. In Santa Lucia, si pone come un pellegrino, un devoto laico, un osservatore lucido ma malinconico che sussurra una preghiera, canta un salmo ondeggiando come fosse in mezzo al mare. O in mezzo ai venti. Santa Lucia e luce fu sul mare. ” Non l’ avevo vista!” Metafora di vita del singolo uomo o di più ampio respiro, la collettività.
Quel mare, non uno qualunque ma quello dove puoi anche ascoltare le note pesanti, che scarnano l’ anima. “Strimpella la mia anima, il mio dolore con le sue dita” per dirla alla Charles Fox e Norman Gimbel nel 1973.
Ma lo strumento è leggero ed elegante. “Il violino dei poveri è una barca sfondata” in mezzo al mare?
“Mi uccide delicatamente con la sua canzone” intonerebbe la voce calda di Roberta Flack che rese famosa ” Killing me softly”.
Non le dita, ma le onde. La canzone del mare. Il Mediterraneo, crocevia di popoli e culture diverse, uniti e allontanati dallo stesso pensiero. L’ invocazione all’ equilibrio, alla misura, alla coesione.
Luce sul Mediterraneo, Santa Lucia.
I ciechi che vedono non vedendo la luce.
A distanza di più di 50 anni, amara profezia autorealizzante, realizzata. Santa Lucia “proteggi chi va per mare in tranquillità” chi va, chi viene, chi ritorna e chi invece nel tentativo di “salvarsi” perde tutto, persino le ali, non tornando mai più.
Bruciati vivi nell’ acqua, in solitaria nella propria vita,all’ incrocio dei venti con una corona di stelle sognanti,ormai coperte dalle spine di una giustizia non giusta ,incidono la carne quanto l’ anima e sanguina.
Annegati con gli occhi aperti?! In gruppo, o in solitaria.
I ciechi che vedono non li hanno visti.
E inizia la conta delle gocce salate sul vestito immacolato. Lucia, giovane e martire, sono affondati pure i doni. “Quante sono le lacrime, e quelle di chi non ha capito?” Non ha visto. “Ciechi che, pur vedendo, non vedono”. Gli antagonisti di Santa Lucia alla José Saramago. Eppure “Santa Lucia, è qui, non l’ avevo vista”. La luce. “Per tutti quelli che hanno occhi e un cuore che non basta per quegli stessi occhi”. Uno e tutti. Uno solo, combattuto tra la paura del buio e quella della fantasia, la famosa pazzia, che farà sorridere un giovane affacciato comodamente da un secondo piano, non in mare.
Intonerà stonatamente la stessa canzone. Lucia , fa che gli sia dolce la pioggia che entrerà nelle sue scarpe quando anche lui cercherà di andare lontano. La solitudine di uno in mezzo agli altri, degli altri, riflesso di uno soltanto. Del resto, l’ essenziale è invisibile agli occhi a un principe qualsiasi, ma che almeno ne dubiti e dica: Santa Lucia, come fossi una madre,nostra Madre mare, non l’ avevo vista ma è qui! La luce per tutti.


