A carico dell’uomo applicata la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 5 anni
I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto hanno dato esecuzione a un provvedimento di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, per 5 anni, con obbligo di soggiorno, nei confronti di un pregiudicato tarantino.
La misura emessa dal Tribunale di Lecce nasce da indagini avviate già nel 2019, in base alle quali nel 2021, è stato predisposto il sequestro di beni a carico dell’uomo, per un importo di 20 milioni di euro. Il pregiudicato, promotore di un sodalizio criminale, con base operativa a Taranto, riciclava nel circuito economico legale i proventi delle attività illecite, costituendo e finanziando una serie di società e di imprese intestate a se stesso e a “prestanome”.
L’indagato vendeva carburante in evasione delle accise, anche grazie al “controllo” di alcune imprese compiacenti operanti nel settore, con sedi nella provincia di Taranto e in Campania, simulando l’acquisto di carburante per l’agricoltura da un deposito di prodotti energetici di Bari. In questo modo usufruiva delle agevolazioni fiscali previste, prelevando invece i corrispondenti quantitativi di gasolio per autotrazione, gravato interamente dalle accise.
Grazie ad autotrasportatori compiacenti, in possesso di cisterne munite di un dispositivo in grado di sprigionare un colorante, il prodotto appariva del tutto uguale al gasolio agricolo, per poi essere ceduto a distributori campani ignari. Per far “quadrare la contabilità”, le imprese “controllate” emettevano fatture false ad aziende con sedi in diversi Comuni della Provincia di Taranto.
Il carburante ceduto si attesterebbe ad oltre 21 milioni di litri, pari ad una evasione di circa 13 milioni di euro. Profitti riciclati dal pregiudicato attraverso la costituzione di diverse imprese commerciali, pizzerie, bar e pasticcerie.
A carico dell’uomo diversi reati: trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata ai danni dello Stato, sottrazione all’accertamento delle accise sugli oli minerali e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti