La protesta del gruppo Support_o: “Le famiglie hanno bisogno di incentivi allo sport, non di oneri ulteriori”
Taranto e lo sport: un connubio del quale, negli ultimi tempi, si parla sempre più spesso.
Da un lato, l’aspirazione a ritagliarsi un posto riconosciuto e autorevole nel campo, a livello internazionale, grazie alla candidatura a “Città europea dello sport” e ai Giochi del Mediterraneo 2026.
Dall’altro, un’attualità fatta ancora di impianti obsoleti o addirittura mancanti, di centri sportivi abbandonati al degrado, di vuoti che si spera, ancora, di colmare proprio grazie ai fondi stanziati per i Giochi del 2026.
Per non parlare dell’indice di sportività rilevato dalla classifica nazionale de Il Sole 24 Ore, che relega il capoluogo jonico e la sua provincia all’88esimo posto per una serie di indicatori, tra i quali spicca la voce che riguarda lo sport e i giovani.
A quanto emerge dalla classifica, infatti, sembrerebbe che il rapporto tra l’attività sportiva e i piccoli tarantini non sia proprio idilliaco. Eppure la città è ricca di realtà associative che, tra mille sforzi, propongono alle famiglie un’offerta varia e di grande valore.
Certo, il momento storico-economico non è dei migliori, particolarmente in una città in cui le famiglie stentano a portare a casa due stipendi, e iscrivere i propri figli ad un’associazione sportiva può diventare uno sforzo non da poco.
Nel solco di questo ragionamento si inserisce la protesta portata avanti qualche giorno fa dalla Virtus Basket Taranto, realtà appartenente al gruppo Support_o che, sulla propria pagina Facebook, ha pubblicato la lettera con cui il CONI comunicava l’impossibilità a garantire gratuitamente le visite mediche obbligatorie per attività agonistica, in riferimento all’anno 2023/2024.
Per capirne di più abbiamo intervistato Ciccio Stola, presidente del Gruppo Support_o, che si è subito mostrato disponibile a chiarire quanto accaduto.

Stola, sgombriamo il campo da ogni equivoco: quali altre difficoltà si presentano ai ragazzi che vogliano praticare attività sportiva agonistica a Taranto?
Non si tratta propriamente di difficoltà, bensì di un cambio repentino di procedura . Le visite mediche agli atleti Under 18 sono state sempre a carico della Azienda Sanitaria Locale . Da qualche anno a questa parte, tra fine novembre e inizio dicembre, ci giungeva una comunicazione con cui si annunciava che, per carenza di fondi, tali visite dovevano essere eseguite a titolo oneroso .
Quest’anno tale comunicazione è arrivata a settembre, che come ben saprà è il periodo di ripresa di tutte le attività delle associazioni sportive: questo ci ha creato un grande imbarazzo nei confronti delle famiglie, a cui abbiamo dovuto spiegare che devono sopportare un’altra spesa, ovvero quella della visita medica obbligatoria per il rilascio del certificato.
Lei ritiene che vicende come questa, alla luce dei costi elevati che le famiglie sostengono per la vita, potrebbero rischiare di allontanare ulteriormente i giovani dallo sport e di relegare l’attività sportiva ad una voce superflua del bilancio familiare?
Si tratta di un problema ampio e complesso, a mio avviso, di cui questa vicenda costituisce soltanto l’ultimo atto.
La città a livello di sport paga uno scotto di cinquant’anni, durante i quali non si è pensato ad una seria politica infrastrutturale e si è tenuta in maggior considerazione soltanto la squadra di calcio, per vari motivi .
Il problema non è solo di Taranto ma di tutte le città del Mezzogiorno, in cui il rapporto popolazione/palestre è nettamente inferiore a quello delle città del Nord, che hanno più servizi e quindi non solo risparmiano ma hanno più possibilità di emergere e, di conseguenza, di fare emergere i loro atleti .
Le occasioni per migliorare questo deficit ci sono: Giochi del Mediterraneo, Pnrr, la candidatura a “Città europea dello sport”. Appuntamenti a cui la classe dirigente cittadina, a livello amministrativo e imprenditoriale, deve giungere pronta in modo da riuscire a sfruttare al meglio tali opportunità.
Quali sforzi dovrebbero essere compiuti, a suo avviso, per evitare di allargare il gap tra i giovani tarantini e lo sport?
Credo che chi sta al vertice delle istituzioni debba fare una programmazione seria sulle strutture, iniziando dal piano regolatore.
Fatto ciò, bisognerebbe incentivare la collaborazione fra istituzioni e privati oppure dare al privato che vuole realizzare strutture la possibilità di farlo senza dover scalare una montagna di carte e balzelli ( e parlo per esperienza personale ).


