di Emanuela Perrone
Grazie ad un’inchiesta di Valentina Petrini su La Stampa sarebbero emersi preoccupanti silenzi su alcuni documenti dell’Istituto superiore di Sanità mai resi pubblici
Secondo i più recenti dati diffusi dall’Inail, Taranto è la provincia italiana con il più alto numero di tumori di origine professionale. Un primato drammatico che riaccende i riflettori su una città da decenni stretta tra le promesse di sviluppo industriale e un’eredità sanitaria pesantissima.
A rilanciare l’allarme è la giornalista Valentina Petrini, che su La Stampa ha firmato un’inchiesta che solleva interrogativi inquietanti: tre relazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, mai rese pubbliche, analizzano l’impatto sanitario della grande fabbrica sul territorio tarantino, ma non sono mai state accessibili né alla politica né all’opinione pubblica.
Le relazioni, secondo quanto riportato da Petrini, metterebbero in luce “limiti e lacune che l’ISS ha segnalato nella Valutazione di Impatto Sanitario redatta da Acciaierie d’Italia”, documento fondamentale per il rilascio della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. Tuttavia, il governo non ha mai fatto cenno a queste criticità, lasciando di fatto che una parte rilevante dell’analisi sanitaria rimanesse fuori dal dibattito pubblico e istituzionale.
Alla luce di questi “segreti”, la situazione a Taranto è particolarmente allarmante: i tumori professionali colpiscono qui con una frequenza molto più alta rispetto al resto d’Italia. Questo è dovuto all’elevata concentrazione di attività industriali, in particolare nel settore siderurgico, che espongono i lavoratori a sostanze cancerogene.
Alla luce di queste evidenze, il fatto che nessuno, nemmeno i rappresentanti politici, abbia avuto accesso a documenti cruciali solleva dubbi sulla gestione delle informazioni e sulle scelte fatte a tutela del territorio.
Taranto è da anni emblema di una contraddizione: lavoro contro salute. Ma l’esistenza di relazioni sanitarie mai divulgate aggiunge un nuovo capitolo a una storia fatta di ricatti, promesse mancate, responsabilità rimandate.
Le istituzioni devono spiegare perché documenti così rilevanti siano stati esclusi dal confronto pubblico. La città merita verità e rispetto.


